di Fabio Papalia
Reggio Calabria. Tagliare le ali agli stipendi dei dirigenti Sogas e alle parcelle dei consulenti. È solo una della raffica di proposte del presidente del Consiglio comunale, Aurelio Chizzoniti, che ieri mattina a Palazzo San Giorgio ha indetto una conferenza stampa sullo stato di crisi dell’aeroporto dello Stretto. Chizzoniti non ama i vertici della Sogas, e la “simpatia” viene ricambiata con la stessa passione. È così che, già da tempo, Chizzoniti e Sogas se le suonino di santa ragione dalle colonne della stampa locale. Un botta e risposta mal digerito dal presidente del Consiglio comunale, che invita gli organi di stampa a scegliere tra le due versioni: «O sono io che dico fesserie, o sono loro che dicono il falso. Delle due l’una, non possiamo avere ragione entrambi. Non è possibile che a seguito delle mie affermazioni, Sogas possa dichiarare sui giornali l’esatto contrario di quanto sostengo. Si può credere a me, o a loro, ma non a entrambi».
Dopo la parentesi “procedurale”, rassegna stampa alla mano, la lunga arringa conclusiva. Concetti già espressi svariate volte misti a nuove accuse. Come quella di una parentopoli “ad alta quota” sulla quale la città dovrebbe interrogarsi, e le lamentele per l’impegno a intermittenza della Uil. Altro interrogativo sugli stipendi non erogati ai dipendenti, soprattutto indirizzato alla classe politica di sinistra, eccezion fatta per Rifondazione Comunista, cui con grande onestà intellettuale Chizzoniti riconosce un impegno a favore dei lavoratori. «Quando la sinistra si occupa del Comune che non onora i propri debiti, fa una cosa legittima e giusta – ammette Chizzoniti che immediatamente dopo lancia il suo j’accuse – ma quella stessa sinistra, non sa forse che da 4 mesi i lavoratori dell’indotto aeroportuale non vengono pagati? O forse questa vertenza non è utile a fini strumentali cari alla sinistra?».
Il bersaglio preferito però, resta la dirigenza Sogas. Rea, secondo l’avvocato, di accumulare un debito giornaliero di quasi 11 mila euro. «Hanno risposto sui giornali che non è vero. Che le mie cifre sono inesatte. E poi leggo che affermano che il debito ammonta a 3 milioni e 900 mila euro per il solo 2008. Non sono bravo in matematica – ironizza – ma mi sono fatto fare due conti dai miei collaboratori, quella cifra diviso 365 giorni corrisponde a 10.684,93 euro al giorno. Scusate, mi ero sbagliato di meno di 400 euro». Un buco rosso impensabile, secondo Chizzoniti, per una società partecipata con capitale pubblico. Risultati poi, non se ne vedono nemmeno col radar: «Da decenni a Reggio sono attivi solo due voli, da e per Roma e Milano, a prezzi altissimi. Viaggiare a Roma con Alitalia costa quasi quanto volare fino a New York». Le ragioni della crisi sono tante, Chizzoniti le elenca, tutte. Innanzitutto la dirigenza attuale «che non si attiva per attirare nuove compagnie e quindi aumentare il volume di passeggeri. Avevo suggerito un vettore catanese, il cui capo pilota è reggino. So che fanno pacchetti da 70 euro. Mi sono permesso di suggerirlo alla dirigenza, mi hanno risposto “se vogliono, l’aeroporto è qua”». Fosse stato lui a decidere, ci sarebbe andato a nuoto fino a Catania per assicurarsi un contratto con la compagnia. Tanto più che Catania è il suo chiodo fisso. «Messina incide per 20 – 25 passeggeri per ogni volo, ossia il nulla. Il pontile non va fatto in funzione di Messina, ma in funzione di Catania. C’è già la disponibilità del sindaco a garantire visite guidate gratuite agli eventuali passeggeri, potremmo intercettare i voli charter, basterebbe che qualcuno dei dirigenti si prendesse la briga di andare a trattare. E invece resta tutto così com’è». Altro capitolo spinoso è quello dei servizi a terra, con Alitalia, unico caso in Italia, che si gestisce i propri voli da sola. Non si tratta di un incomodo risparmiato alla Sogas, ma dei guadagni che derivano dalle tasse aeroportuali. «Potremo avere anche un milione di passeggeri all’anno – tuona Chizzoniti – ma fin quando i servizi a terra li gestirà Alitalia la Sogas non guadagnerà mai abbastanza per essere autosufficiente economicamente». E noi reggini paghiamo, anche chi ha paura di volare, con le continue richieste di ricapitalizzazione alla Provincia, che figura tra gli enti pubblici azionisti di maggioranza. Eliminare la quota pubblica, favorire l’arrivo dei privati, e intanto dimezzare gli stipendi. Se proprio l’aeroporto Tito Minniti deve volare basso, è il concetto espresso da Chizzoniti, almeno che volino bassi anche gli stipendi.
Valorizzare i beni confiscati, accelerando i processi di assegnazione e utilizzo
Milano - Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di...
Read more