Reggio Calabria. Si è svolta questa mattina presso la sala della Provincia di Reggio Calabria la conferenza di presentazione del progetto “Amazzonia” promosso dall’Assessorato alle Politiche sociali e giovanili della Provincia e dal Teatro Proskenion Onlus e con la collaborazione dell’Arci di Lamezia Terme. Il progetto si inserisce nel quadro delle iniziative svolte dai Cappuccini dell’Umbria per celebrare il primo centenario della loro presenza nell’Amazzonia brasiliana, e precisamente nella diocesi dell’Alto Solimões, un trapezio irregolare di terra che s’incunea in Colombia e nel Perù. Dopo la presentazione il segretario generale delle Missioni dei Frati Cappuccini in Amazzonia, Frate Valerio di Carlo ha incontrato il Presidente Giuseppe Morabito manifestandogli il riconoscimento della Congregazione per l’impegno della Provincia a sostegno delle missioni dell’area di Tabatinga e Benjamin Constant.
Oggi la chiesa dell’Alto Solimões non è più un’entità sconosciuta, ma una bella realtà, inserita a pieno diritto nella dinamica chiesa brasiliana col proprio vescovo, il proprio clero, i propri religiosi (i Cappuccini vi hanno costituito una Vice Provincia), portandovi la voce degli ultimi. Civilmente la zona (72 mila kmq) è una mesoregione che si avvia a diventare un nuovo Stato della Federazione nazionale. I missionari lo aspettano con ansia, perché sarebbe un implicito riconoscimento del contributo che essi hanno dato alla sua nascita.
Del nuovo Stato (se nascerà) faranno parte anche le dodici tribù del Rio Javarì, le più dimenticate del Brasile, e verso le quali i missionari si stanno dirigendo. Consolidata la chiesa tra i Tikunas (la tribù più numerosa dell’intera Federazione brasiliana), soprattutto grazie all’attività di Padre Fedele da Alviano, di Padre Geremia Di Nardo e di Padre Arsenio Sampalmieri, che ne hanno studiato lingua, leggende e costumi, i Cappuccini italiani e locali muoveranno i passi verso l’ovest, dove si apre un campo immenso di lavoro.
Nel programma preparato in vista dell’imminente centenario, si parla anche di questo, ritenuto uno dei modi più significativi di “ripensare la missione”; come la risposta più convincente che Assisi deve dare all’Amazzonia che chiama. Non per nulla il programma di preparazione al centenario – impegnativo e ricco di iniziative – ha per slogan “Assisi risponde all’Amazzonia”. Sono previste altre iniziative, articolate in linee giustificanti, operative e metodiche. Per ora è stata curata la stampa di un volumetto e la realizzazione di un cd che, in prosa e in versi, raccontano un’avventura reale, e quindi più bella di quella inventata da chi l’Amazzonia l’ha vista solo nei documentari.
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