Bova presenta le modalità delle prove scritte del concorso al Consiglio regionale

Giuseppe Bova
Giuseppe Bova

Reggio Calabria. «Rigore ma non rigorismo». Non sarà una passeggiata, il concorso al Congilio regionale che da lunedì a venerdì prossimo a partire dalle 8 di mattina vedrà impegnati 1700 “brillanti” calabresi contendersi 170 posti di lavoro. Un concorso sicuramente selettivo, ma che i candidati potranno affrontare con la necessaria serenità che a prevalere sarà solo la propria preparazione, e non la solita raccomandazione. È questo l’impegno del presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bova, che questa mattina a Palazzo Campanella ha illustrato le modalità delle prove scritte del concorso, assistito dal portavoce Giampaolo Latella, dal dirigente generale Giulio Carpentieri, e da Plinio Venturini, amministratore delegato della società “Cnipec”, che fornirà l’assistenza tecnica necessaria per garantire la massima trasparenza. Le prove si svolgeranno nella sala “Nicholas Green” del Consiglio Regionale. Nell’altra sala, la Federica Monteleone, si svolgeranno invece le operazioni di supporto, mentre in “cabina di regia” il computer gestirà “asetticamente” i dati. In quei 4 giorni dal 22 al 26 giugno si svolgeranno le 19 prove scritte differenti, unico comun denominatore il rigore delle domande, e la correttezza delle operazioni. «In queste ore gli oltre 1700 esaminandi, staranno studiando – ha affermato Bova – perchè il viatico giusto è questo». Il presidente del Consiglio regionale ha difeso la bontà della scelta dei quesiti a risposta multipla su altri meccanismi di selezione, come la prova scritta, ossia il classico tema, o le domande a risposta sintetica. «I quiz – ha detto Bova – rappresentano un meccanismo consolidato, che non dà margine di discrezionalità a nessuna commissionee e non fa differenza tra nessun candidato. Una sola è la risposta giusta e la crocetta, se messa al posto giusto, dà lo stesso risultato per tutti». Altro tema caldo, quello delle banche dati dalle quali saranno “pescate” le domande, che non sono state pubblicate. «Avremmo solo avvantaggiato chi ha più memoria visiva – ha chiarito Bova – rispetto a chi ha una preparazione più approfondita, se avessimo pubblicato le risposte avremmo avuto un appaiamento in alto, aumentando in tal caso il limite di discrezionalità nella prova orale. Vogliamo che la valutazione della commissione pesi il meno possibile». Carta canta, insomma, e con un meccanismo del genere sarà la prova scritta a fare la differenza. Ma non è finita, ci si è ugualmente preoccupati che, durante la prva, non ci fossero irregolarità che avrebbero consentito, per dirla con le parole di Bova, “che qualcuno sia più uguale degli altri”. Niente figli e figliastri, quindi, con un meccanismo un po’ complicato, ma che consentirà la massima trasparenza. «Fino a stamattina, ancora – ha sottolineato Bova – quali saranno nel complesso le banche dati non lo sa nemmeno la società organizzatrice dei concorsi».

Le domande
Delle 50 domande, il 10%, ossia 5, riguardano la lingua straniera. Domande e risposte saranno formulate nella lingua scelta dal candidato, il quale anche la mattina dell’esame avrà ancora tempo per optare per una lingua diversa da quella indicata in precedenza. Le domande in lingua sono di cultura generale, per la lingua francese, ha detto Bova a titolo puramente esemplificativo, potrebbe essere chiesto (in francese)  da quale fiume è bagnata la capitale della Francia.
Le altre 45 domande sono suddivise in domande strettamente professionali, in cui i quesiti posti a cui fa amministrativo e a chi fa il tecnico, non sono uguali. Per ciascun blocco le domande saranno prese da 4 banche dati, ogni banca dati ha un minimo di 450 quesiti e un massimo di 600. Le domande di carattere professionale incideranno per una percentuale che va dal 60 al 65% . Le altre, da 13 a 17, saranno prese da banche dati equivalenti.
Domande e risposte sono al sicuro in una cassaforte, protetta da una porta blindata che ha 2  chiavi, una in mano all’azienda ed una alla Regione, in una stanza con telecamere interne ed esterne.

In aula
Una volta in aula, tre persone si potranno avvicinare al banco della presidenza, per le operazioni preliminari. Da un bustone che si apre in quel momento, con 30 buste chiuse, uno dei 3 candidati sceglierà una busta.
Selezione dalle diverse banche dati di una delle quattro banche dati. Vi saranno tanti bussolotti quanti sono i candidati. Si chiama un candidato, il quale si avvicina  al computer e immette almeno 4 numeri diversi. Dalla stampante collegata al computer sarà sfornato un foglio con 45 domande. Il foglio sarà sinteticamente mostrato alla minicommissione (formata da quei 3 candidati più il quarto, e dai membri della commissione) che potrà verificare che le domandee sono effettivamente 45, poi si richiude il foglio in busta chiusa, controfirmata sia dai 3 più uno sia dalla commissione. Quella busta servirà qualora un candidato produca iniziativa per ottenere l’accesso agli atti. In base al numero dei candidati il computer compone le 50 domande. Le domande saranno uguali per tutti, cambierà però la loro  disposizione all’interno della scheda, così come cambierà anche la disposizione delle risposte giuste. In tal modo sarà impossibile “copiare” o “collaborare” col vicino di banco.

I punteggi
«Rigore sì ma rigorismo no». È questa la filosofia, sintetizzata da Bova, che ha ispirato la decisione dei punteggi da assegnare. Il punteggio massimo delle 50 domande è 30, ogni risposta vale 0,60. Teoricamente, dunque, basta rispondere esattamente a 35 domande per raggiungere il minimo di ammissione, 21 punti. Non rispondere a una domanda non avrà conseguenze, la non risposta non dà e non toglie alcun punteggio. La risposta errata, invece, costerà una lieve penalizzazione, di appena 0,11 punti. Una scelta questa, rispetto allo 0,10 prima ipotizzato, giustifcata dalla volontà di evitare gli ex aequo. Ogni giorno si terranno da 3 a 5 prove concorsuali, tutte nella Sala Green. Già la sera, ma l’orario non è preventivabile, si saprà a che punto della graduatoria provvisoria è il proprio nome.

Seconda prova per dirigenti
Dirigenti. Discorso un po’ diverso per la seconda prova scritta per gli aspiranti dirigenti. «Qui non è un posto per liberi professionisti – ha detto a chiare lettere Bova – qui ci devono essere esperti di procedure e regole». In questo caso anche la risposta sbagliata non aggiunge penalità, ma viene valutata  molto di più la risposta giusta, che vale tre punti.

Il commento di Giuseppe Bova
«È un servizio che rendiamo alla nostra comunità – ha commentato Bova – premiando le capacità. Se qualcuno conosce un meccanismo migliore rispetto a questo, si faccia avanti. Noi ci siamo sforzati di premiare il merito. Secondo me di concorsi di questo tipo non se ne fanno tanti, non dico in Calabria, ma forse nemmeno nel resto del Paese. «Abbiamo rilevato l’elevata consapevolezza da parte dei candidati della serietà con la quale si svolgeranno le prove d’esame. Siamo consci della vastità delle fonti, del resto 35 risposte esatte su 50 garantiscono il passaggio alle prove orali. Non mi sembra che un candidato che ne dia di meno di 35 abbia le carte in regola per agire poi con serenità in un Ente come il Consiglio Regionale». Un ultimo consiglio elargito da Bova ai candidati, prima del fatidico “in bocca al lupo”: «lo Statuto della Regione Calabria e il regolamento del Consiglio regionale lo devono conoscere tutti i candidati».

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