Reggio Calabria. L’analisi del voto europeo, da parte del mondo della politica, si è limitata, almeno nella provincia di Reggio, ad una sterile esaltazione, a volte infondata, dei dati riportati dalle varie liste. Pochi, però, hanno analizzato ed evidenziato un dato del tutto allarmante e desolante e che, esprimendo la distanza che esiste oramai tra il corpo elettorale, sempre più disorientato e disincantato, e le elezioni, risulta essere il vero vincitore della competizione elettorale da poco passata. Quello del non voto che si è espresso nell’astensionismo, nella scheda bianca e nella scheda nulla. È un dato che attraversa la Calabria, dallo Stretto al Pollino, segno da un lato di sfiducia verso i nostri rappresentanti istituzionali, dall’altro di mancato coinvolgimento in una campagna elettorale deludente che si è appiattita su “Noemi Sì-Noemi No”, piuttosto che riguardare i reali problemi del nostro Paese. Anche a Reggio Calabria e provincia, così come nel resto della regione tranne Cosenza e Crotone dove vi è stato l’effetto traino delle elezioni per il rinnovo dei consigli provinciali, la mancata espressione del voto è stato il vero unico vincitore. Difatti, oltre il 53% dei reggini non si è recato al voto, mentre l’8% dei votanti ha inteso esprimere il proprio disorientamento annullando la scheda o imbucandola bianca.
Perché questo dato così elevato? Nei crocicchi cittadini si segnala il livello del voto, quello europeo, che fisiologicamente non coinvolgerebbe i cittadini. Sarà anche questo. Tuttavia i freddi numeri ci dicono che alle europee del 2004 il numero di partecipanti superava quello odierno di oltre 11 punti in percentuale. Un numero così elevato di astenuti e di schede bianche o nulle (assieme supererebbero senza fatica l’asticella regionale del 4%) è segno che la lotta a due (Pd/Pdl) che si pretende di introdurre di fatto nel nostro paese non convince, così come non è ritenuto sufficiente a rappresentare larghe fette dell’elettorato il sistema chiuso ed “ad excludendum” che le cinque formazioni presenti oggi al Parlamento hanno pensato di instaurare. Ed allora, se il dato è questo non si può che auspicare che il referendum del 21 giugno non raggiunga il quorum prescritto per legge. Per questo I Socialisti, che aderiscono al comitato del No, invitano i propri elettori, simpatizzanti e militanti e tutti i cittadini che hanno a cuore le sorti della democrazia rappresentativa e plurale a non andare a votare per il referendum truffa che renderebbe ancora più evidente il distacco tra i cittadini ed i loro rappresentanti, rafforzando sempre più le buie oligarchie oggi imperanti. È l’occasione per certificare definitivamente l’aborto del “mono” bipartitismo italico.
Avv. Gianpaolo Catanzariti
Segretario Provincile Rc “I Socialisti”