Il 20 giugno si celebra la giornata mondiale del rifugiato

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Reggio Calabria. In occasione del 20 giugno, Giornata Mondiale del Rifugiato, associazioni, movimenti e singoli hanno promosso una giornata di mobilitazione a favore di migranti e rifugiati e contro le norme xenofobe del pacchetto sicurezza. La giornata si articolerà in due momenti: si partirà alle 9 da Rosarno dove si terranno dei banchetti di sensibilizzazione presso la Parrocchia Maria SS. Addolorata; il pomeriggio invece ci si sposterà a Reggio con appuntamento alle 18.30 presso la Chiesa San Giorgio al Corso. Le iniziative si chiuderanno al Teatro Siracusa dove, alle 20.30, sarà proiettato il documentario “Come un uomo sulla Terra”. Nel corso della giornata sarà data visibilità a tre significative campagne nazionali. La prima, lanciata dai Missionari Comboniani di Castel Volturno ospiti della giornata reggina, è una provocazione oggi sempre più necessaria: il rilascio dei “Permessi di soggiorno in nome di Dio”. La seconda, promossa da un variegato quanto numeroso gruppo di associazioni nazionali, vuole dare voce ad un messaggio di “lungo respiro” che sappia creare e supportare una reazione coordinata al razzismo e alla paura: “Non aver paura! Apriti agli altri, apriti ai diritti”. La terza, caldeggiata da Fortress Europe, si pone l’obiettivo di denunciare le presunte atrocità commesse dal regime libico di Gheddafi e quindi il destino che attende gli emigranti e i rifugiati respinti al largo di Lampedusa: “Io non respingo!”. Di seguito il testo del  volantino che sarà distribuito insieme ai materiali delle varie campagne: «Il Parlamento sta per approvare il “Pacchetto Sicurezza”, una serie di provvedimenti discriminatori verso gli immigrati: l’ingresso ed il soggiorno irregolare diventeranno reato, chi è senza permesso di soggiorno rischierà la denuncia del medico curante, non potrà riconoscere un figlio, sposarsi, inviare i soldi ai familiari nei paesi di origine, sarà ostacolato il rinnovo del permesso di soggiorno, sarà più difficile ottenere la residenza, verrà limitato il ricongiungimento familiare, i minori che vanno a scuola potranno essere denunciati da presidi e professori. Tutto ciò cosa c’entra con la sicurezza? Ciò favorirà la criminalizzazione degli immigrati, richiederà ingenti fondi economici a soli scopi repressivi, provocherà l’esclusione sociale dei migranti, non sarà utile al contrasto della criminalità o al sentimento diffuso di insicurezza. Eppure stiamo parlando dei lavoratori stagionali che raccolgono le arance nella Piana di Gioia Tauro o delle badanti straniere costrette ad orari interminabili e salari da fame. Ma anche di quegli immigrati “regolari” che sostengono in maniera determinante le casse dell’Inps, rischiando però di non vedere mai la pensione, e che vivono con la paura del licenziamento e quindi della perdita del permesso di soggiorno. È questo il ricatto cui sono sottoposti i lavoratori stranieri ed è questa ricattabilità che ha generato, per la gioia degli sfruttatori, un arretramento dei diritti di tutti i lavoratori, immigrati e non: è la logica spietata di chi vuole braccia ma non persone e che peggiora le condizioni e i livelli di garanzia dei lavoratori. Di fronte ad una crisi che coinvolge tutti indiscriminatamente, è necessario non accanirsi contro i più deboli ma, al contrario, battersi per garantire a tutti i diritti primari ed universali. Razzismo ed insicurezza servono solo a distrarci dalle vere emergenze sociali»

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