Il Parco nazionale d’Aspromonte candidato al Poin

Damiano Guagliardi
Damiano Guagliardi

Dalle antiche leggende ai miti, dalla letteratura alla poesia, l’Aspromonte è terra di mille suggestioni, proprio come le sue montagne dai riflessi blu, che risplendono dei colori del Tirreno e dello Ionio. Ed è proprio il Polo delle Montagne Blu il nome scelto per l’area che comprende il Parco Nazionale d’Aspromonte, candidata dalla Regione Calabria insieme ai poli del Pollino e della Sila ad accedere ai fondi del Programma operativo interregionale. Un territorio di oltre 76 mila ettari e 37 comuni della provincia di Reggio Calabria. Gli scenari naturali sono tra i più diversi. Se alcune zone costiere appaiono particolarmente ridenti, come i versanti terrazzati lungo le coste di Villa San Giovanni e Palmi, simili alle Cinque Terre liguri, altre conservano invece un fascino remoto e misterioso, come il Santuario della Madonna di Polsi, sperduto negli anfratti aspromontani di San Luca, luogo di pellegrinaggio e autentico gioiello architettonico e naturalistico. Il parco si presenta spesso come un paesaggio lunare che richiama altri luoghi solitari e selvaggi come i deserti, e dove l’elemento caratteristico è quello delle fiumare, intorno alle quali si formarono gli insediamenti urbani. Ancora oggi questi tipici torrenti sono come una specie di filo sottile che collega le coste agli altopiani e al verde dei parchi. Percorso e abitato da almeno diecimila anni, l’Aspromonte soprattutto nelle aree montane più depresse ha oggi profondamente bisogno di essere valorizzato per il suo patrimonio ambientale e culturale, e per la particolare vocazione a un turismo ecosostenibile. Nelle zone più interne del parco vive una comunità di Greci che parla la lingua grecanica. Un dialetto che si è evoluto in maniera indipendente rispetto al greco moderno e la cui origine è ancora oggi oggetto di dibattito tra importanti studiosi italiani o stranieri. I centri principali della tradizione grecanica sono stati individuati in Bova, Condofuri, Roccaforte del Greco, Roghudi e San Lorenzo. La comunità greca di Aspromonte ha bisogno di essere tutelata, perché la sua cultura è un elemento di forte caratterizzazione di questo territorio. “Tranne alcuni casi di anziani – spiega l’assessore al Turismo Damiano Guagliardi – la lingua grecanica è oggi quasi del tutto persa. Il recupero lessicale è un intervento di grosso valore culturale, uni dei tanti che intendiamo portare avanti anche con il Programma operativo interregionale. Così come la difesa in generale una cultura di montagna molto sentita”. Valorizzare quest’area, infine, significa dare maggiore spinta al turismo archeologico, a siti come la villa romana di Casignana, un vero e proprio gioiello, col suo complesso termale decorato da mosaici, e a musei come l’Antiquarium che conserva migliaia di reperti archeologici della polis di Locri Epizefiri. Gli scavi dell’antica città di Locri si trovano a distanza di circa tre chilometri dalla moderna cittadina e questo ha permesso di preservare quasi interamente l’antica polis greca. Nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, infine, sono conservati reperti di inestimabile valore, dai Bronzi di Riace al Kouros di Reggio, dalla testa di Apollo Aleo al gruppo dei Dioscuri e alle ricchissime collezioni di gioielli.

Ufficio stampa Regio Calabria 

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