Reggio ignora l’appuntamento con il referendum

tessera-elettoraleReggio Calabria. Come ampiamente previsto anche i reggini hanno sonoramente snobbato la consultazione referendaria sui tre quesiti riguardanti la modifica della legge elettorale nazionale. Nullo, quindi, l’appuntamento alle urne per mancanza del quorum. Un trend che già domenica scorsa si era ampiamente delineato con una affluenza che addirittura risultava ancora più bassa della media nazionale. Complice il bel tempo della giornata festiva, ma anche il lato puramente tecnico dei quesiti che certo non hanno entusiasmato gli italiani, ad eccezione di quei pochi attivisti di partito che hanno sperato fino all’ultimo di invertire quello che invece fin dall’inizio della consultazione appariva scontato. Ecco i dati finali della affluenza dei reggini alle urne: su 145.604 elettori, divisi in 217 sezioni, solo 15.877 (10,9%) si sono presentati al seggio. Di questo dieci per cento di elettori i voti favorevoli riguardo i tre quesiti hanno abbondantemente superato l’80 per cento. Le schede bianche ammontano a 591 (3,72%) e le nulle a 610 (3,84%). Di seguito le dichiarazioni a caldo dei maggiori esponenti politici italiani. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha sottolineato la necessità di “ripensare” lo strumento referendario. «Mi riservo di avanzare nei prossimi giorni – ha dichiarato il ministro – una proposta per riformare l’articolo 75 della Costituzione e la legge attuativa dei referendum». Per il leader del Carroccio Umberto Bossi. «messa come l’avevano messa, il risultato del referendum è una nostra vittoria». Per nulla meravigliato il presidente della Camera Gianfranco Fini. «I quesiti erano troppo tecnici e sicuramente c’è una certa stanchezza da parte degli elettori. Era prevedibile che fosse questo l’esito dei referendum, anche se mi dispiace dirlo». Nessuna sorpresa neanche da parte di Emma Bonino: «Come si pretendeva che la gente si appassionasse al referendum se tutti i media erano orientati al non raggiungimento del quorum?» Per il segretario del Prc, Paolo Ferrero «il dato politico è che gli italiani dicono no alla semplificazione bipartitica». Un po’ come si è espresso il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, secondo il quale «il misero fallimento del referendum dimostra che il bipartitismo è stato bocciato». Adesso Pd e Pdl affideranno al parlamento il compito di rimettere mano alla legge elettorale. Massimo D’Alema auspica che «si possa tornare a discutere in Parlamento del sistema elettorale dal momento che l’ttuale legge in materia è davvero pessima». Per il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto «la bassissima partecipazione al voto sta a dimostrare che gli italiani hanno valutato negativamente la possibilità di modificare artificiosamente ed in modo forzato con il referendum la legge elettorale che, evidentemente, come noi da sempre abbiamo sostenuto, gli elettori hanno valutato essere materia da affidare al Parlamento».

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