Petilia Policastro (Crotone). Nella primissima mattina di ieri due agenti del Corpo Forestale dello Stato in servizio di vigilanza presso i seggi di Altilia, frazione di Santa Severina, hanno allertato la Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Petilia Policastro informando i militari che era in corso uno sbancamento del fiume Neto lungo la Statale 107 in località Campodanaro, nei pressi dell’impianto di una ditta specializzata nella trattazione di inerti. Gli agenti hanno visto distintamente un escavatore che prelevava materiale dal letto del fiume per poi caricare tre camion: questi ultimi, effettuando già numerosi viaggi, stavano trasportando gli inerti nel piazzale della ditta.
Immediatamente sono state fornite opportune disposizioni e sono confluite sul posto più pattuglie dei carabinieri ed una della Forestale. Il caso ha voluto che il primo intervento sia stato garantito dal comandante della Compagnia di Petilia Policastro: avvicinandosi da una strada poderale sterrata, si è dapprima portato a ridosso del fiume, poi proseguendo a piedi lungo il greto del Neto è giunto proprio a ridosso del punto dove si stava perpetrando il reato. È stato così possibile documentare da vicino l’ultimo viaggio a pieno carico di un camion ed il tentativo dell’escavatore di dissimulare le tracce del percorso effettuato dai mezzi pesanti. Poiché era stata scorta una vedetta che, trovandosi in posizione sopraelevata, era pronta a dare l’allarme in caso si fossero avvicinate le Forze dell’Ordine, nonostante l’inferiorità numerica l’intervento è stato portato a compimento interrompendo l’azione criminosa e traendo in arresto il conducente dell’escavatore, un 43enne di Belvedere Spinello, e fermando un ulteriore soggetto individuato nei pressi dei camion parcheggiati.
Sopraggiunti i rinforzi, i militari dell’Arma dei Carabinieri ed il personale della Forestale hanno provveduto a congelare la scena del crimine, attuando un repertamento fotografico e GPS di tutta l’area. È stato così possibile appurare che i camion avevano effettuato circa una quarantina di viaggi e complessivamente erano stati asportati dal fiume Neto circa 350 metri cubi di materiale inerte da un’area pari a circa 400 mq, causando così una voragine profonda dai due ai tre metri in una zona appartenente all’Opera Sila – Arssa.
Inevitabilmente, l’uomo è stato tratto in arresto per devastazione e deturpamento delle bellezze naturali, furto di materiali inerti ed invasione di terreni. Con lui sono stati altresì denunciati a piede libero per favoreggiamento due persone, entrambe di Rocca di Neto, un 59enne, e un quarantacinquenne responsabile dell’impianto, poiché pur conoscendone le identità, si sono rifiutati di indicare chi erano i conducenti dei camion che hanno trasportato il materiale sottratto dal Neto. Nella mattinata di oggi l’arrestato ha affrontato la direttissima, l’arresto è stato convalidato.
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