Reggio Calabria. Nel contesto delle polemiche che, ormai quotidianamente, stanno investendo il settore della sanità calabrese, malata cronica la cui guarigione è oggetto di varie interpretazioni politiche, si inserisce la paventata chiusura di un cospicuo numero di postazioni di guardia medica. Una decisione, questa, che interessa anche il territorio della provincia di Reggio Calabria e che non poteva non suscitare decise reazioni. A tal proposito, è da registrare oggi l’intervento del dott. Salvatore Romeo, del Centro Sociale Helios Magazine. Nella sua analisi, partendo dall’osservazione della crisi che sta investendo il comparto, sollecita una maggiore presa di coscienza della difficile realtà da parte dell’Ordine dei Medici della Provincia di Reggio Calabria, sindacato cui Romeo chiede esplicitamente un intervento più incisivo che offra concrete garanzie a difesa dei tanti professionisti che si ritroveranno, molto presto, senza un lavoro. Una vera e propria difficoltà esistenziale resa ancor più ardua dalla circostanza che, come spesso accade in simili situazioni, a soffrire in modo più pesante delle conseguenze di misure adottate per tagliare costi e spese, sono gli anelli più deboli della catena: nel caso specifico, infatti, a patirne gli effetti sarebbero, in primo luogo, i medici precari.
Romeo, nel porre all’attenzione dell’Ordine dei Medici di Reggio Calabria questa paradossale situazione, manifesta la consapevolezza delle necessità richieste dall’emergenza finanziaria che attanaglia le casse regionali. Proprio in virtù dell’enormità del debito accumulato e a cui con non poche difficoltà si sta tentando di porre rimedio, Romeo avrebbe preferito che chi di competenza avesse rivolto lo sguardo verso voci di spesa che nell’economia complessiva del settore, pesano quantitativamente in misura maggiore. Secondo Romeo sarebbe stato preferibile allargare l’orizzonte delle possibili soluzioni, inquadrando, così, il problema, ormai esploso in tutta la sua complessità, in un contesto più generale fatto di «affitti pagati a vuoto, di consulenze esterne evitabili, di rimborsi per spese inutili e faraoniche, di doppioni negli uffici amministrativi, di “progetti” superflui, di apparecchiature amministrative rinnovate con ciclicità impressionante».
L’auspicio espresso da Romeo è arricchito dall’idea che il nodo del deficit sanitario calabrese possa essere sciolto senza sacrificare ulterioriormente pezzi di territorio della nostra provincia che, già gravati da oggettive difficoltà logistiche, si ritroverebbero a subire il depauperamento di strutture primarie funzionali a garantire l’irrinunciabile diritto alla salute, assoluto bene primario di tutti i cittadini, nessuno escuso. Difficile pensare, aggiunge Romeo, di appesantire la già difficile condizione con cui si è costretti a convivere quando le emergenze assumono gli scomodi connotati della «carenza di Ospedali accoglienti e competenti, della carenza di posti-letto, della carenza di postazioni di Guardia Medica, della carenza di un’assistenza domiciliare, della carenza di una medicina di base oramai ridotta, nella maggior parte dei casi, a semplice centro di smistamento verso i luoghi di cura».
Valorizzare i beni confiscati, accelerando i processi di assegnazione e utilizzo
Milano - Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di...
Read more