di Enrico Costa *
Abituati, purtroppo, ai pugni sullo stomaco, si resta quasi interdetti quando dalla Mediterranea, opportunamente aiutata se no non si muove (se non per cambiare aria e rilassarsi nella più tranquilla Taormina), le buone notizie ti disorientano, e quelle ottime (ormai rarissime), decisamente ti frastornano.
Quando poi in qualche modo hai potuto dare un “aiutino”, e tutto sembra risolversi al meglio, ti sembra di essere in un altro mondo. Sempre nella Calabria, per carità, e nella città che ami, ma in altri “Palazzi”.
Difatti la buona (per non dire ottima) notizia, e perché questa sia riconoscibile come tale, e non sia una di quelle sulle quali si svolgono le ormai mitiche conferenze-stampa del “tutto va ben, madama la marchesa” di via Diana, ci viene stavolta da Palazzo San Giorgio, e più precisamente dallo scintillante “Salone dei Lampadari”.
Niente a che vedere infatti con i consueti balocchi e profumi, sartine e tappeti erbosi, dolcetti e mostre settembrine in appendice a Festa di Madonna, ma roba seria, stavolta almeno.
Siamo felici quando l’Università vuol dire Università, quando si costruisce e non si rottama (poveri studenti privati delle Borse di Dottorato, oltre che della prosa al Politeama Margherita), quando non si scopre che predichiamo bene e razzoliamo male (vedi le ormai famose casette abbandonate proprio in mezzo al letto della fiumara e sotto ad un viadotto autostradale: “E la chiamano Estate …”, pardon, Casa dello Studente), e ci sentiamo dire (presumo sconsolati e delusi, o no?) “Proprio loro, che ogni giorno ci predicano la buona edilizia”.
E meno male per me che dicono Edilizia (e non Urbanistica)! Meglio distinguersi, certe volte, almeno quando non c’entriamo.
Ma per un giorno dimentichiamoci di queste tristezze e festeggiamo, festeggiamo alla grande!, libiamo con il Preside di Giurisprudenza Attilio Gorassini e con il Presidente del Corso di Laurea in Scienze Economiche Massimiliano Ferrara (due tipi che come me, poveri loro, non si arrendono mai), e con tutti i colleghi che ci credono. Con la città tutta (sennò che cosa ci sarebbe stato a fare fra i lampadari il nostro Sindaco?). Con gli studenti reggini non più costretti ad emigrare per specializzarsi in economia, visto che possono farlo al meglio proprio qui a Reggio Calabria.
E per una volta festeggiamo anche con il nostro Magnifico, che era lì rilassato e sorridente, a prendere atto che non si tratta certo della negata Laurea Magistrale in Scienze Economiche, ma almeno di una attenzione particolare, e visibile, per i tanti laureati triennali senza sbocco, almeno da noi, nel secondo livello di laurea. È un primo, ma grande passo. Speriamo che l’anno che viene ce la regalino questa benedetta Magistrale in Economia, si dico proprio “ce la regalino” perché “Scienze Economiche” riguarda tutti noi che crediamo nella città e nell’università, e non riguarda soltanto “quelli di giurisprudenza”.
E sì, perché il prestigioso (inutile ribadirlo, ma certe volte “repetita iuvant”) “Master universitario di primo livello per esperti in marketing intelligence e tecniche di mercato per la Pa” presentato a Palazzo San Giorgio, ed organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza, Corso di laurea in Economia (i cui Docenti non hanno certo bisogno dei miei apprezzamenti), insieme alla società cooperativa “Mediterranea 2009” e coinvolgendo addirittura il prestigioso Istituto Piepoli, non somiglia un po’ a quel “Master ponte”, che sia pure arrivando a disturbare non solo il manovratore (ed il manovratore del manovratore), ma anche egoismi ed interessi costituiti di troppe aree accademiche, mi ero permesso di suggerire?
Chissà se questa volta non l’abbiamo imbroccata, e che i crediti maturati nel Master dai laureati triennali non potranno essere riconosciuti (come in altre precedenti esperienze andate a buon fine, tra le quali quella del Corso di Laurea da me presieduto quando la Specialistica non l’avevamo ancora neanche noi?) nella futura ed ancora virtuale Laura Magistrale in Economia.
Sarà vero? Mi illudo di sì. In tal caso non ringraziatemi (non ci sono abituato) per quel pochissimo che ho detto e fatto, ma stavolta almeno non chiamatemi Cassandra. Anzi no, chiamatemi proprio così, visto che l’acqua poco profumata di qualche stagno (aspettando sempre i nostri profumieri mediterranei) riescono a smuoverla anche le Cassandre, e qualche strada positiva per l’uscita dai tanti tunnel mediterranei, pur nella confusione e nell’incertezza generale riescono non solo ad indicarla, ma addirittura a farla percorrere.
Speriamo in bene.
* presidente del Corso di Laurea in Urbanistica
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