Le voci di corridoio circolate nei mesi scorsi, riprese anche da organi di stampa locali e nazionali, hanno ormai assunto di fatto i toni dell’ufficialità: è miseramente naufragato il tentativo del Governo Berlusconi di trasferire i Bronzi di Riace in occasione del summit del G8. Dopo aver incassato i No dei massimi esperti dei beni culturali e archeologici e non avendo trovato uno straccio di parere tecnico favorevole, il Ministro Bondi non ha potuto far altro che prendere atto della velleità dell’operazione. I due Guerrieri resteranno a Reggio, nella loro sede naturale del Museo della Magna Grecia, come chiedevano il “Comitato contro l’invio dei Bronzi al G8” e le migliaia di cittadini che hanno preso parte alle manifestazioni e sostenuto la petizione popolare contro questo tentativo di scippo. Non saranno imballati e spediti alla volta dell’Abruzzo perché, come è stato sostenuto in numerosi sit-in, fiaccolate e note stampa, ingenti sarebbero stati i rischi per l’incolumità dei Bronzi, troppo fragili e provati dal tempo per affrontare un’avventura del genere. Ed esorbitanti sarebbero stati i costi della macchina organizzativa, a fronte di incerti ed improbabili ritorni d’immagine per Reggio e la Calabria. Si tratta di un motivo di gioia, di una vittoria, per chi ha avuto il coraggio di esprimere il proprio dissenso e scendere in piazza contro la sciagurata prospettiva dei “Bronzi viaggiatori”. Non è stato facile sfidare il partito trasversale dei “due Peppe”, le diserzioni e i passaggi di campo di numerose associazioni culturali e forze sociali, i silenzi complici di settori importanti dell’intellighenzia, ma l’epilogo di questa vicenda ripaga tutti gli sforzi profusi e le offese subite. E’ una vittoria che consideriamo patrimonio di tutta la città e degli amanti dell’arte, come lo è stata negli anni addietro quella che ha impedito la clonazione dei due Guerrieri. Ma nessuno si beerà sugli allori, incorniciando le memorabili immagini delle lotte sostenute ed archiviando la “questione Bronzi” fino alla prossima minaccia esterna, al prossimo Chiaravalloti o Bondi.L’impegno in difesa di questi simboli della collettività reggina non finisce qui. Non può finire, perché, sventato il rischio del trasbordo coatto, resta un’amena realtà di oblio con cui i Bronzi devono convivere da più di un decennio, contrassegnata dall’insufficiente valorizzazione degli stessi come strumento per la crescita turistica, sociale e culturale di Reggio e dalla progressiva “moria” di visitatori del Museo della Magna Grecia. Non cesseranno qui le azioni del Comitato che abbiamo messi in piedi per rispondere alla provocazione del Governo. Ma siamo consapevoli che, preso atto del nuovo contesto, questo debba mutare modalità di lotta, obiettivi e finanche denominazione, compiendo un salto in avanti, passando dalla protesta alla proposta. Abbiamo già provveduto a riadattare il gruppo su Facebook, grazie al quale abbiamo lanciato la mobilitazione e coordinato le iniziative, che d’ora in avanti si chiamerà:”Per la valorizzazione dei Bronzi di Riace nel Museo della Magna Grecia” . Sarà lo stesso nome che proporremo per il Comitato durante la prossima riunione organizzativa, durante la quale rafforzeremo i legami con i soggetti con cui abbiamo lavorato fianco a fianco in questi mesi, ma anche porgeremo la mano a chi non ha preso parte a questa battaglia oppure, in buona fede e non per piaggeria, si è schierato dall’altra parte, magari perché convinto di fare del bene alla città e ai Bronzi. Siamo pronti a interloquire con chiunque e a sommare le nostre proposte con le altre formulate per valorizzare i Guerrieri, il Museo della Magna Grecia e la nostra città. Faremo sentire la nostra voce e la nostra piattaforma al Ministero dei Beni Culturali, alla Regione Calabria, la Soprintendenza, la Provincia e il Comune di Reggio, agli attori che in un modo o nell’altro hanno preso parte a questa contesa e dai quali dipende, a vario titolo, il futuro dei Bronzi. Però, al contempo, tutti sappiano che la proverbiale “ascia di guerra” è nascosta in un luogo ben sicuro, pronta per essere dissotterrata davanti a nuovi attacchi.
Per il “Comitato contro l’invio dei Bronzi al G8”
Laura Cirella
Cheyenne Curatola
Omar Minniti