Reggio Calabria. La creazione, nell’ambito del Museo Civico che si andrà a costituire, di una sezione dedicata alla preistoria, che raccolga e conservi tutti i reperti fossili ritrovati nell’ambito del territorio reggino, è la proposta che il Presidente dell’Anassilaos Giovani Tito Tropea avanza al Sindaco Scopelliti e all’Amministrazione Comunale. In occasione della presentazione di un libro della nostra concittadina, Cinzia Marra, apprezzata paleontologa, dedicato alla scoperta della mandibola di quello che successivi studi hanno dimostrato essere un bimbo di Neanderthal vissuto e morto in riva allo stretto tra 100.000 e 50.000 anni fa e che risulta essere il più vecchio bambino “reggino” di cui si abbia conoscenza, – rileva il Presidente dei Giovani dell’Anassilaos – abbiamo potuto constatare come la nostra terra, capace di scoperte sorprendenti, ci abbia donato una testimonianza che costituisce un ulteriore, per quanto remoto, tassello della millenaria storia di Reggio. Proprio attraverso quel bambino, noi possiamo agevolmente inserire la nostra città e il suo territorio, in quel quadro pre-storico che la paleontologia studia e di cui i giovani di oggi ben poco sanno, trattandosi di un argomento appena sfiorato nel libri di testo e a scuola. Da qui però, a parere di Tropea, sorge spontanea un’altra considerazione che riguarda la preistoria e insieme la storia di Reggio la quale non nasce e si esaurisce con la presenza greca e romana, insomma con i Bronzi di Riace, la cui importanza e centralità è fuori da ogni discussione ma talora eccessivamente rilevata, ma deve comprendere e includere anche le tracce di vita più remote. La proposta di costituire una speciale sezione che si occupi di preistoria che rivolgiamo al Sindaco nasce proprio dall’esigenza di “dilatare” e “allargare” i limiti temporali delle umane vicende che hanno interessato Reggio. Sappiamo – conclude Tropea – che i fossili sono tutelati dalle Soprintendenze alle Antichità ma non riusciamo a capire per quale ragione la mandibola del bambino di Neanderthal debba essere conservata a Roma, la balena di Ortì e altri importanti fossili a Messina. Non sarebbe il caso – come già avvenuto per esempio con la pinacoteca – di creare una struttura capace di raccogliere e anche studiare tali resti?
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