Per l´episodio della violenza subita dai vigili urbani ad opera di qualche cittadino rom l´Opera Nomadi esprime la sua piena solidarietà a questi nostri concittadini e condanna l´atto. Il modo di affrontare la vicenda criminalizzando l´intero gruppo rom e addirittura anche l´associazione mette però in evidenza l´incapacità di analizzare le dinamiche sociali di questo quartiere e di pensare a soluzioni efficaci. L´approccio finora utilizzato risponde alle logiche sicuritarie e repressive secondo cui i “cattivi” sono i rom mentre la società maggioritaria è sempre a posto perché ha fatto tutto il possibile. Le moderne ricerche della scienza sociale (“effetto concentramento” W. J. Wilson) ma pure l´esperienza delle famiglie rom dislocate equamente sul territorio comunale ci dicono che le cose non stanno in questo modo e che i quartieri “sensibili” come Arghillà nord , dove sono concentrati tanti soggetti svantaggiati, sono luoghi dove viene negato il diritto fondamentale all´inclusione sociale. Naturalmente nonostante la situazione di esclusione, in questi luoghi ogni individuo resta responsabile dei propri atti. Pertanto, siamo convinti che la violenza commessa sui vigili vada condannata addebitandola però, com´è giusto, solo a chi l´ha commessa e non certo all´intera comunità rom. Senza voler in alcun modo limitare o escludere la responsabilità individuale di questa violenza è palese, che essa è frutto diretto di una grave condizione di emarginazione sociale che nega i più elementari diritti. Pertanto allo stesso modo riteniamo che vadano denunciate in modo chiaro le gravi responsabilità di quei rappresentati delle istituzioni pubbliche che hanno abbandonato le famiglie rom di Modenelle in condizioni a dir poco disumane impedendo loro ogni possibile inserimento sociale nella comunità reggina e non curandosi della loro situazione di insicurezza. Questo tipo di analisi, che corrisponde alla realtà dei fatti e ai risultati della Scienza sociale, rappresenta il primo passo necessario per capire cosa è utile fare. Le famiglie rom di Modenelle che abitano da venti anni in condizioni strutturali e sociali veramente vergognose chiedono di potersi inserire nella comunità reggina ottenendo un alloggio in condizione di dislocazione sul territorio. Questi cittadini rom vanno ascoltati perché solo così si potranno costruire i progetti che servono a garantire loro le condizioni di inclusione sociale. Quelle famiglie rom che sono state ascoltate dall´amministrazione comunale e quindi sono state effettivamente dislocate sul territorio (naturalmente non sono quelle di Arghillà) ci hanno regalato il modello inclusivo dell´equa dislocazione, modello che se compreso fino in fondo potrebbe portare nella nostra città un notevole miglioramento alla politica dell´housing sociale. Senza questo percorso di ascolto, a poco serviranno i progetti di servizio costruiti senza la partecipazione dei rom e la presenza massiccia delle forze dell´ordine. Il primo elemento che concorre al bene sociale e alla sicurezza di una comunità è il percorso di ascolto e la costruzione di interventi effettuata di concerto con gli stessi cittadini. Per seguire la via del coinvolgimento del cittadino è necessario mettere da parte le vesti del pedagogo che sente su di se la missione di guidare ed educare i rom verso degli obiettivi stabiliti a tavolino dalle istituzioni e senza dialogare con gli interessati. Le azioni progettuali costruite senza i rom sono destinate al fallimento; anche se di questo fallimento si dà già la colpa ai rom perché essi non seguono le direttive loro impartite e quindi si passerà, come già sta avvenendo, ai metodi repressivi comunque la problematica resterà irrisolta. La pedagogia da abbracciare invece è quella della cooperazione, quella di chi vuole costruire assieme e non vuole imporre una educazione al cittadino rom perché come diceva il grande pedagogo Paulo Freire “nessuno educa nessuno ma tutti ci sosteniamo a vicenda”. Chiediamo quindi al Sindaco di voler ascoltare al più presto le richieste di questi cittadini rom per cominciare a costruire assieme un percorso pacifico ed efficace di inclusione.
Il presidente
Sig. Antonino Giacomo Marino