Intenso incontro tra i detenuti del carcere di Locri e l’attore Nino Racco che ha rappresentato per l’occasione il suo cavallo di battaglia: Storia di Salvatore Giuliano, spettacolo che ha superato le mille repliche in Italia e in Europa. Impegnativa la scelta drammaturgica: “Raccontando del bandito Giuliano – ci ha detto il neocantastorie – ho voluto un po’ provocatoriamente mettere il dito nella piaga: infatti i cantastorie tradizionali se da una parte “giustificavano” Salvatore Giuliano nella sua prima fase ribellistica in una Sicilia attanagliata dalla fame, dall’altra unanimamente lo condannano quando Turiddu Giuliano si allea con i poteri forti e la Mafia compiendo la strage di Portella della Ginestra il Primo Maggio del 1947″.
Allo spettacolo teatrale – che fa parte di una cornice di eventi culturali all’interno della casa circondariale coordinati dal commissario Domenico Paino – s’è accompagnata una viva discussione tra i detenuti e Nino Racco nella quale è stata messa in evidenza l’importanza artistica ma soprattutto esistenziale del raccontare storie: il racconto di una storia è di fatti un rituale sacro, attraverso la storia si vogliono trasmettere emozioni e gradi di consapevolezza che hanno come fine supremo la trasformazione o quanto meno il miglioramento della condizione esistenziale dello spettatore e di colui che racconta. Attraverso la vita e gli errori del bandito Giuliano (lu Cantastori in finali dici: non cunveni fari lu briganti, perchì lu briganti cu’ destinu è persu) comprendere i nostri errori e ritrovare un senso di pace dentro di noi e nel rapporto con gli altri.
Fine etico del Cantastorie! E questo è il nobile obiettivo che Nino Racco porta avanti da molti anni nelle piazze e nei luoghi più reconditi. A conclusione dell’incontro abbracci tutt’altro che retorici o di convenzione: la giornata è stata di quelle profonde e significative ed a suggello dell’evento la Dottoressa Patrizia Delfino, direttrice del carcere locrese, ha consegnato a Nino Racco un piccolo crocefisso in ferro battuto realizzato da un detenuto.
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