Continuiamo ad esprimere la nostra condanna nei confronti dell’azione violenta posta da un rom nei confronti di un vigile urbano; ma ricordiamo a tutti coloro che in questi giorni si sono espressi su questo triste episodio che secondo la legge italiana la responsabilità di ogni atto è da attribuire all’individuo che l’ha posto in essere e non certo alla comunità a cui lui appartiene. Il concetto della responsabilità personale purtroppo è applicato solo ai gruppi forti. Per i rom e per gli extracomunitari il concetto della responsabilità personale quasi non esiste: nei prossimi giorni con il decreto sicurezza, varato dal governo, diventeranno criminali anche delle persone che non avranno commesso alcun crimine. Per questo l’Opera Nomadi insieme all’atto di violenza del rom condanna anche l’azione di discriminazione e di criminalizzazione che si sta sviluppando ai danni della comunità rom proiettando su tutti loro l’errore commesso da una sola persona. Questa azione non è meno violenta dell’altra perché va ad alimentare l’imponente fenomeno del razzismo esistente verso questo gruppo; questo razzismo costituisce per i tantissimi rom onesti (sono la stragrande maggioranza) una barriera spesso invalicabile che si aggiunge alle già numerose difficoltà del vivere quotidiano. Naturalmente la nostra condanna della discriminazione come le altre argomentazioni che seguono non costituiscono una giustificazione o una attenuante per l’azione violenta posta dal rom, sono invece la constatazione che di fronte a certi fatti invece che ricercare le giuste soluzioni si acuiscono i conflitti seguendo la logica perdente del “noi buoni e loro cattivi”. Questa azione discriminatoria serve anche a nascondere il grande errore politico della costituzione di un quartiere “sensibile” come Arghillà addebitando ai rom la causa del disagio esistente in questo luogo. Negli ultimi venti anni le diverse amministrazioni comunali che si sono avvicendate al governo della città hanno realizzato ad Arghillà un quartiere di alloggi popolari che concentra le famiglie più svantaggiate della città; in questo modo si è costituito un tessuto sociale debolissimo che non offre a nessuno possibilità di inclusione sociale (J. W. Wilson) e per questo è fonte di diverse forme di disagio e di degrado. Delle circa 600 famiglie che oggi risiedono nel quartiere di Arghillà nord 110 sono nuclei rom che costituiscono il più grande concentramento rom che la città abbia mai avuto. L´incremento maggiore delle famiglie rom si è avuto negli ultimi tre anni, difatti con l´operazione “208” si è passati dalle 54 famiglie del 2006 alle 110 di oggi. All’aumento di 56 nuclei si è arrivati con 30 assegnazioni di alloggi predisposti dal sindaco Scopelliti (il Consiglio Comunale aveva previsto solo 12 assegnazioni) e 26 occupanti abusivi. L’operazione “208” non ha prodotto solo il concentramento di Arghillà, ma ha portato anche alla realizzazione positiva dell’equa dislocazione delle famiglie sul territorio. Il modello delocalizzazione nasce dalla decennale richiesta delle stesse famiglie rom e si realizzerà grazie ad un dialogo aperto tra i rom, i volontari dell’Opera Nomadi e gli amministratori comunali . Dal 2006 ad oggi circa 40 famiglie rom sono state equamente dislocate sul territorio e in questo modo è stato avviato un percorso di vera inclusione . Grazie alla comunità rom il comune di Reggio Calabria ha realizzato un modello di housing sociale del tutto innovativo (ad oggi si è realizzato solo in pochi paesi europei e negli USA) basato sul mix etnico-sociale con il quale si genera inclusione per le fasce più deboli a differenza dell’emarginazione prodotta dal modello tradizionale del concentramento per quartieri. Questa potrebbe essere una buona prassi per la politica della casa se si riuscisse a capirne l´importanza in termini di habitat. Per quanto riguarda la scolarizzazione dei minori rom, anche se esiste ancora un grave problema di dispersione scolastica, negli ultimi anni, grazie all´impegno dell’Opera Nomadi, delle scuole e delle stesse famiglie si è registrato un relativo miglioramento delle condizioni di scolarizzazione. Ad oggi la città di Reggio Calabria registra il migliore livello di scolarizzazione dei rom rispetto alle altre città calabresi: vi sono 150 giovani che hanno conseguito la licenza di scuola media (secondaria di 1 grado) e 14 hanno conseguito un diploma di scuola superiore (secondaria di 2 grado). Ancora tanto si deve fare, ma già con i giovani diplomati si stanno sviluppando dei progetti importanti. Nell’ultimo mese dell’anno scolastico appena concluso la collaborazione intrapresa tra l’Opera Nomadi, la scuola media “D. Alighieri” di Catona e le famiglie rom che abitano a Modenelle di Arghillà ha permesso che due minori conseguissero con successo il diploma di licenza media. A settembre questi due minori frequenteranno una scuola superiore. Nello stesso periodo l’Opera Nomadi ha provveduto a iscrivere al servizio scuolabus per il prossimo anno scolastico ben 102 minori residenti ad Arghillà ed ha preparato l’azione di mediazione tra le scuole e le famiglie rom per migliorare il rapporto tra le parti. L’appello che lanciamo ancora una volta al Sindaco della città è di non chiudere la porta del dialogo ma di tenerla sempre ben aperta, perché questo è l’unico modo per continuare a costruire soluzioni civili e durature per il bene dell’intera città.
Il presidente dell’Opera Nomadi
Giacomo Marino