
Reggio Calabria. In relazione alla dichiarazione rilasciata quest’oggi dall’on. Santo Versace sulla proposta di legge regionale per l’istituzione delle elezioni primarie, si registra la ferma presa di posizione del presidente del Consiglio regionale della Calabria, on. Giuseppe Bova. Si diffonde di seguito il testo integrale della nota.
“È come minimo sconcertante il modo di procedere dell’on. Versace, che sta zitto quando Berlusconi afferma che in Italia basterebbero cento parlamentari, che tace quando al Sud e alla Calabria vengono sottratti dal governo i fondi Fintecna e Fas per miliardi di euro, e che ora all’improvviso riacquista la voce. Lo fa fingendo di menar scandalo per una spesa potenziale massima di 600 mila euro, in una dichiarazione farneticante su presunti vantaggi partitocratici che deriverebbero dal progetto di legge sulle primarie per la scelta dei candidati alla presidenza della Regione. Noi riteniamo che se lui, come troppi altri, tranne lodevoli eccezioni, fosse stato scelto direttamente dai cittadini, non sarebbe rimasto in silenzio di fronte agli scippi gravissimi perpetrati ai danni dei calabresi. E invece parla soltanto adesso, a difesa del privilegio insopportabile che a decidere gli eletti in Parlamento continuino ad essere in pochi dentro e addirittura fuori dalla Calabria. Noi la pensiamo diversamente. Crediamo davvero che la politica debba essere restituita, tutta intera, ai cittadini e che la sovranità della Calabria appartenga ai calabresi. La legge sulle primarie serve esclusivamente a rendere fattibili questi principi. L’obbligo della Regione è quello di organizzarle e garantirne regolarità e trasparenza. E la vera sanzione è quella del giudizio popolare e dell’opinione pubblica nei confronti di chi si sottrae ad una tale verifica democratica o non ne rispetta gli esiti. Certo, per questa via finirebbe la pacchia dei nominati e lo strapotere di chi li nomina. A meno che, gratta gratta, dietro queste affermazioni non ci sia il retropensiero di chi ritiene la Calabria ormai persa alla democrazia e i calabresi non in grado di scegliere liberamente e in piena autonomia”.