Nel quadro della Forestazione regionale, “le vicende” relative alla liquidazione dell’Ente strumentale evidenziano gravi distorsioni operative ed organizzative venute a determinarsi a causa della mancata assunzione di una legge regionale ad hoc. Alla soppressione dell’ente infatti non ha fatto seguito alcun progetto di riorganizzazione, tantomeno un logico innesto di esso progetto nell’ambito di un dettagliato e concreto disegno riformatore. Ciò ha alimentato una generale confusione determinando, senza soluzione di continuità, stati di agitazione dei lavoratori del comparto, a causa delle condizioni inaccettabili di incertezze relativamente al riconoscimento del loro status e dei diritti –doveri che ne derivano, inficiati dall’adozione di un serie di provvedimenti alquanto discutibili. E tra le tante problematiche, assume un rilievo non secondario: il reinserimento lavorativo degli operai idraulico – forestali ex detenuti. Il diritto ad essere riassunti e reintegrati a pieno titolo nel posto di lavoro è stato recentemente riconosciuto da una sentenza della Corte di Cassazione (n. 12721 del 4/6/2009), che afferma un principio importante : “si esclude il licenziamento quando la carcerazione è avvenuta per motivi indipendenti dall’attività lavorativa”. Una conferma quindi dell’esigenza di avviare un percorso di reinserimento degli ex detenuti nel mondo del lavoro, che determina precisi obblighi a carico dell’Afor e dell’Ente Regione. In materia, avendo valutato attentamente la posizione dei lavoratori su citati presentai, nella scorsa Legislatura, un progetto di legge riguardante “Misure straordinarie per favorire il reinserimento lavorativo degli operai idraulico forestali ex detenuti”, prefigurando in largo anticipo l’esigenza di dover definire normativamente la posizione e la tutela dei loro diritti in ambito lavorativo, in considerazione del pieno e legittimo riconoscimento al reintegro nel posto di lavoro, così come oggi è stato confermato dalla sentenza della Corte di Cassazione. Il progetto di legge, che ho intenzione di ripresentare nel corso di questa Legislatura, pone l’esigenza di adottare misure, nell’ambito delle competenze regionali e nel rispetto della normativa statale, idonee a garantire l’accesso alle politiche generali di reinserimento lavorativo attraverso la realizzazione di progetti finalizzati alla riassunzione di soggetti socialmente svantaggiati, quali appunto gli operai idraulico forestali già detenuti che hanno scontato la pena. Ciò nell’ambito di attuazione del Por 2007 – 2013, consentendo l’attivazione da parte della giunta regionale di tali progetti, peraltro in attinenza ai principi stabiliti dalla politica della riforma carceraria, che in materia di lavoro prevede che si debba favorire, durante la detenzione, la formazione professionale dei detenuti, consentendo loro di svolgere un’attività lavorativa con organizzazione e metodi che riflettano quelli del lavoro nella società libera, al fine di far acquisire ai soggetti, una preparazione professionale adeguata alle normali condizioni lavorative per agevolarne il reinserimento sociale. Confrontando tutta la normativa in materia, dalle disposizioni della Costituzione, alle sentenze della Corte Costituzionale e leggi statali, si evince che essa è mirata …” alla preparazione del detenuto alle condizioni normali del lavoro libero…”; ..alla previsione di agevolazioni contributive per l’assunzione di persone svantaggiate…; “…all’attività lavorativa dei detenuti anche all’interno del carcere e per incentivare la stabilizzazione del rapporto di lavoro, anche successivamente alla cessazione dello stato di detenzione” …Analizzando quindi la posizione degli operai idraulico- forestali ex detenuti che hanno scontato la pena e che a tutt’oggi non sono potuti rientrare nel posto di lavoro, va evidenziato che essendoci una normativa nazionale che ne riconosce i diritti ai fini del reinserimento; un orientamento della giurisprudenza ben chiaro in tal senso ed una consapevolezza degli enti territoriali di dover attuare modalità di riammissione è opportuno che si giunga all’approvazione di una legge regionale che disciplini dettagliatamente la materia. Ciò eviterebbe percorsi alternativi, di natura giudiziaria, inevitabili a questo punto, a carico dell’ente, che potrebbe andare incontro ad una serie di procedimenti che lo vedrebbero sicuramente soccombere dinanzi alle legittime e riconosciute richieste dei lavoratori tendenti ad ottenere il reintegro nel posto di lavoro.
On. Giovanni Nucera Consigliere regionale della Calabria