L’ennesima manifestazione di protesta dei lavoratori forestali stavolta ha avuto come epilogo un episodio gravissimo ed assolutamente ingiustificabile. Intendo esprimere piena solidarietà ed appoggio incondizionato al dott. Rocco Leonetti, dirigente generale del dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, per il vile atto perpetrato nei suoi confronti, episodio di violenza che lascia una amara sensazione di sconcerto e di estrema preoccupazione. Ciò che è avvenuto non può non indurre ad alcune riflessioni di fondo. Come è possibile che lavoratori, padri di famiglia, giungano a compiere un atto così grave e deprecabile? Non v’è dubbio che vi sia uno stato di esasperazione diffuso di cui bisogna tener conto e derivante in gran parte dall’incapacità del governo regionale di attuare una compiuta riforma del settore forestale tenendo conto delle numerose e concrete problematiche dei vari comparti. Le vicende relative alla liquidazione dell’ Afor hanno evidenziato gravi distorsioni operative ed organizzative, puntualmente rilevate anche dalla Corte dei Conti che ha dedicato ampio spazio, nella relazione relativa al rendiconto generale d’esercizio, alle conseguenze a dir poco devastanti, determinate da una procedura alquanto “sui generis” e da uno scollamento evidente tra gli organi apicali a livello regionale e gli organi provinciali i cui provvedimenti hanno spesso ingenerato uno stato generale di confusione ed incertezza nei lavoratori forestali. Come ben si ricorderà, la metodologia adottata relativa alla soppressione di Afor e Arssa, con l’approvazione di un maxi emendamento inserito nella manovra di bilancio e le conseguenti “forzature dell’iter procedurale riguardo alla loro approvazione”, hanno impedito di fatto che venisse seguita la via più logica e cioè l’adozione di una legge regionale ad hoc, che determinasse normativamente le varie fasi relative al progetto di riorganizzazione e del suo logico innesto nell’ambito di un concreto e dettagliato disegno riformatore. Ciò ha evidenziato nel tempo, le inevitabili difficoltà nell’attuare le fondamentali fasi di coordinamento nel delicatissimo passaggio di consegne di funzioni e personale alle Province, che ancor oggi invocano a gran voce “confronti operativi” con la Giunta regionale. Ne è derivato un grave scollamento ed uno stato generale di confusione con una duplice valenza negativa: da un lato ha inficiato l’azione amministrativa degli enti intermedi, cioè le Province ; dall’altro i tempi dilatati delle procedure di scioglimento dell’Afor e l’adozione di alcuni provvedimenti alquanto discutibili hanno alimentato tra i lavoratori stati di agitazione a causa dei mancati riconoscimenti dei diritti – doveri derivanti dal proprio status. I forestali, come ho spesso evidenziato nei miei interventi a mezzo stampa, hanno giustamente reagito, come qualsiasi altra categoria di lavoratori avrebbe fatto se fossero stati messi in discussione punti nodali, quali il Tfr, la mancata copertura previdenziale, il non riconoscimento dell’indennità infortunistica, l’azzeramento delle indennità chilometriche, l’impiego paradossale, presso il litorale costiero anziché i “cantieri di montagna”. La mancanza di una riforma strutturale, il disagio economico e lavorativo dei forestali, esasperati a causa dei gravi effetti discriminanti di talune decisioni adottate dagli uffici provinciali hanno determinato quale ennesima conseguenza un episodio di una gravità assoluta ed ingiustificabile: l’aggressione da parte di alcuni soggetti nei confronti del dirigente regionale dott. Leonetti. Soggetti che certo non rappresentano il nostro comparto regionale, la cui posizione è estremamente circoscritta e sarà definita dagli organi giudiziari competenti. Ma è comunque un episodio che dovrebbe far riflettere a lungo, in un’ottica complessiva, gli organi politici ed istituzionali affinché essi atti deprecabili non abbiano a ripetersi nell’immediato futuro.
On Giovanni Nucera
Consigliere regionale della Calabria