Pd verso il congresso. Nasce l’area “Liberi e Uguali” a sostegno della mozione Franceschini

pdpangallo

di Gianluca Del Gaiso
Reggio Calabria. È Leo Pangallo a presentare nella sede Pd di via Argine Annunziata quello che è stato ribattezzato il documento di adesione alla mozione Franceschini. Il perché di un documento come questo, lo stesso Pangallo lo individua nel territorio dello Stretto. Dalle sue esigenze. “Un bisogno che si è interrotto con l’avvio dei lavori di preparazione del Congresso”. In poche parole: un documento che è anche una risposta, in termini “di unità e di identità”, dice Pangallo. I perché della scelta Franceschini e non Bersani, in cinque punti che l’ala del Pd reggino scrive nero su bianco. Ma è proprio a Reggio forse più che altrove che i venti del Congresso, hanno spirato troppo forti in questo caldo ferragosto. È Pino Caminiti a gettare la maschera della politica e parlare “a tu per tu”. Non ha dubbi. È successo ciò che qualcuno temeva. “Disatteso l’invito di Marco Minniti dello scorso luglio” a non gettare alle ortiche quanto il partito nella regione era riuscito a costruire, il suo ritorno sul territorio, tra la gente. I venti della divisione, Bersani/Franceschini hanno soffiato impetuosi sullo Stretto. Caminiti chiede “scusa” nei confronti di tutti quegli elettori che nelle piazze da tempo invocavano nel post Veltroni, un appello all’unità. Nella sua analisi Caminiti, mette al centro la classe dirigente del partito e parla di un “popolo PD, più avanti rispetto ai processi di cambiamento”. Il rischio dietro l’angolo adesso è quello dell’implosione, ovvio. E l’invito lo rivolge proprio all’altra anima del Pd, quella Bersani. “Le scelte sono state fatte e in maniera consapevole al tempo, inutile, ora fingersi sorpresi”. Insomma Caminti ribadisce il suo sì convinto alla Franceschini. Le motivazioni, quelle che spiega lo stesso Leo Pangallo in conferenza stampa. La corrente Franceschini è quella figlia del momento Veltroniano, e che a quella unità di partito, “a quel progetto unico” vuole tornare. E Caminiti in proposito, non le manda certo a dire. Il Pd figlio di tante idee e partiti minori. Spezzettamenti, che ancora oggi vivono nel suo mare magnum. E oggi, chiosa Caminiti, chi entra nel Pd, deve scegliere per forza senza poter essere un “uomo Pd”. Un qualcosa che “lede il principio di libertà”. Da qui l’esigenza di una nuova sfida, “una nuova area politica-culturale”, dove poter essere “Liberi e Uguali”.

Exit mobile version