“A testa alta”: Bova: “Abbiamo ricominciato a dare un senso a questa storia”

Ha fatto registrare un’amplissima partecipazione l’assemblea che “A testa alta” ha svolto ieri pomeriggio nella sala “Green” di palazzo Tommaso Campanella. L’iniziativa dell’area del Pd che fa capo al presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova, è stata incentrata sui temi del prossimo congresso del Partito Democratico. In quest’ambito, l’azione politica di “A testa alta” si riconosce nei contenuti politico-programmatici della mozione Bersani ed è volta a sostenere al massimo il candidato alla segreteria regionale Carlo Guccione nelle primarie del prossimo 25 ottobre. Dopo un lungo ed articolato dibattito, l’assemblea di ATA ha approvato all’unanimità un documento, che si diffonde di seguito.

Abbiamo ricominciato a dare “un senso a questa storia”, alla giovane storia del Partito Democratico, il 14 ottobre di due anni fa, quando ci presentammo per la prima volta alle primarie del Pd con le liste di “A testa alta”.
Abbiamo continuato a farlo, a dare un senso alla fase di costruzione del Pd, proponendo un progetto di Statuto regionale che è poi stato approvato dall’Assemblea costituente regionale del partito.
Il 25 gennaio scorso ci siamo ripresentati con le nostre liste alle primarie, ottenendo uno straordinario successo, superando nella provincia di Reggio il 60 per cento dei suffragi e conquistando così la maggioranza assoluta dei consensi all’interno degli organismi del partito democraticamente eletti. Tutto questo ha confermato come la nostra linea sia stata la più largamente condivisa e capace di comprendere – per tempo e con anticipo rispetto agli altri – quale sarebbe stato il “senso” della storia successiva del Pd.
L’impostazione politico-programmatica di “A testa alta” ha sempre mantenuto, come orizzonte di riferimento, l’idea di restituire “la politica ai cittadini e la Calabria ai calabresi”. Tale slogan ha rappresentato e rappresenta tutt’ora un principio cardine e un obiettivo che abbiamo sempre perseguito con coerenza. Abbiamo cercato di inverarlo in ogni sede, a cominciare dalle istituzioni, com’è stato fatto dal Consiglio regionale che ha assunto provvedimenti realmente incisivi in questa direzione. Basti pensare ai 3 milioni di euro tagliati annualmente ai costi della politica per finanziare i voucher per i migliori laureati calabresi, attraverso cui arginare la “fuga dei cervelli” e mettere a disposizione della Calabria la capacità dei propri giovani talenti.
Una politica, quella del merito, portata avanti con il primo concorso mai espletato nei 39 anni di storia dell’Assemblea regionale, che sta per concludersi con le prove orali e che si sta svolgendo con modalità rigorosissime e iper-trasparenti.
Si è altresì contribuito a dare concreta attuazione a questa impostazione, che pone al centro dell’agire politico la sovranità popolare e la volontà dei cittadini, con la legge regionale sulle primarie. Ed ancora, siamo stati noi a lanciare la sfida dell’Area metropolitana, che ha consentito di inserire Reggio nel novero delle dieci future città metropolitane d’Italia, attenuando in parte le ricadute estremamente negative che il federalismo fiscale avrà sul nostro territorio.
In condizioni normali, tutto questo sarebbe stato un risultato politico lusinghiero. Ma la fase storica che sta attraversando l’Italia non ci consente di fermarci, imponendo viceversa di andare avanti per far fronte all’eccezionale drammaticità della situazione nazionale. Nel nostro Paese è in carica un governo che scippa ingentissime risorse destinate allo sviluppo del Mezzogiorno per darle a chi è già ricco e pagare le multe di chi non rispetta le normative comunitarie sulle quote latte, che fa chiudere i cantieri della A3 mettendo a repentaglio centinaia di posti di lavoro e che pensa di aver risolto il problema del Sud attraverso il semplice annuncio di un fantomatico piano di investimenti che non esiste. Un governo che ha l’arrogante sfacciataggine di riproporre le gabbie salariali e che attua una politica dissennata di licenziamenti nel settore pubblico, come sta avvenendo nel comparto scuola, con conseguenze gravissime per migliaia di famiglie. Un governo che si è dimostrato indifferente o del tutto assente di fronte ad eventi drammatici, quali l’alluvione che lo scorso inverno ha causato morte e distruzione in Calabria o la marea nera che ha rischiato di cagionare un disastro ambientale nella Locride.
In tale ambito, il rischio che si corre è che questa “malattia”, che sta incancrenendo la gravissima crisi sociale, politica ed economica del nostro Paese, possa essere sottovalutata dai calabresi e nel prossimo futuro, in occasione delle elezioni regionali del 2010, si estenda al governo della cosa pubblica calabrese. Verrebbe così vanificato lo sforzo, generoso quanto ancora insufficiente, che è in atto per rimediare ai gravissimi guasti arrecati alla Regione nei quindici anni che hanno preceduto la corrente legislatura. Lo sfacelo della sanità, con l’80 per cento del debito prodotto dalle ultime due giunte regionali di centrodestra, ne è la riprova e la dimostrazione lampante.
Alla luce di tutto ciò, il problema aperto per il Pd, come per tutti i calabresi che hanno a cuore le sorti di questa terra, è prima di tutto quello delle alleanze: ovvero la necessità di mettere assieme tutte le energie positive, cittadini, associazioni, organizzazioni o partiti, attorno ad un programma autonomo ed effettivamente riformista; contemporaneamente, occorre impedire che le logiche lego-nordiste possano prevalere anche in Calabria alle prossime elezioni regionali. Del raggiungimento di questi obiettivi, i cui passaggi dovranno essere tutti scanditi in maniera democratica, il Pd dovrà essere primo attore e garante. Ed è questo il cimento vero del prossimo congresso regionale del partito.
Nel contesto di un siffatto processo politico, dovranno essere posti due grandi obiettivi. Innanzitutto, lavorare affinché, assieme al dramma della disoccupazione, per il Sud venga posto al centro dell’agenda politica il tema della conoscenza, principale strumento per rendere le regioni del Mezzogiorno l’autentico motore della ripresa del Paese. E infine, pretendere che un pezzo significativo delle risorse a disposizione della Regione sia destinato in maniera stabile e duratura al ripristino, alla salvaguardia e alla valorizzazione del nostro territorio. Tutto ciò dovrà essere coniugato con la tutela dell’ambiente, una delle maggiori ricchezze di cui dispone questa regione, per consegnare così alle prossime generazioni una Calabria meno provata dalle piaghe che oggi la segnano profondamente.

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