Locri. Un’accorata lettera, rivolta all’Ordine dei medici della Calabria, al ministero della Salute, all’assessorato regionale alla sanità e all’intera classe medica, è stata scritta dai genitori della piccola Sara Sarti, 5 anni, deceduta il 25 agosto scorso, nell’ospedale di Locri, per cause che sono ancora al vaglio della perizia medico-legale. Le sofferte parole dei due sfortunati genitori partono dalla consapevolezza che “puntare il dito contro qualcuno in particolare è sbagliato. Almeno finché l’esito degli esami autoptici non dimostrerà il contrario” ma, proseguono: “c’è una cosa di cui siamo certi: nell’ospedale di Locri, al fianco di medici professionisti e ben preparati ci sono anche medici di dubbia qualità, pessima preparazione e senza uno dei requisiti fondamentali per essere un buon medico, il senso del dovere, e, naturalmente, una specializzazione per il reparto dove si presta la propria opera”. Alessandro Sarti e Caterina Nicita rivolgono le loro amare considerazioni sulla struttura ospedaliera di Locri dove, scrivono, “abbiamo visto corridoi e camere per i malati con crepe e scritte sopra i muri, sacchi di spazzatura lasciati nei corridoi, servizi igienici in pessime condizioni e a volte senza luce, come in pediatria, pacchi di medicinali alla portata di chiunque”. Un reparto impeccabile, spiegano, per la verità c’è: è l’ala che ospita gli uffici della Direzione, “dove quei signori in giacca e cravatta fanno la bella vita e quando si trovano davanti casi tragici come il nostro sanno soltanto dire: abbiamo fatto il possibile”.
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