Sanità. Zimbalatti: “Uscire dalla politica dei pannicelli caldi”

Antonino Zimbalatti

Auguri Presidente, cosi’ vorrei iniziare questa mia riflessione sullo stato della sanita’ reggina. L’augurio è che il Presidente della Provincia G. Morabito, faccia presto ritorno a casa in buone condizioni di salute, per poter essere un fresco nonno, lieto e felice godendosi il fresco ed adorato nipote G.Morabito Junior. Ma quanta fatica e sofferenza, quella fatica e sofferenza che di norma ai cittadini comuni, spesso non è sufficiente per tirarsi fuori dalle secche di una gestione della sanità cittadina, che in moltissimi casi sta divenendo una vera e propria palla al piede ,che li conduce verso un tunnel senza speranza. Curarsi è un diritto di tutti, inoltre è un diritto di tutti avere una assistenza sanitaria, degna di tale nome, nel momento della sofferenza e del bisogno. Oggi si parla di Cardiochirurgia a Reggio con maggiore insistenza di alcuni mesi fa. Improvvisamente da svariati parti politiche ognuno si sente parte integrante di tale ,progetto, ma davvero era necessario  il”Caso Morabito” per risvegliare le coscienze di costoro? Pur con tutta la stima nei confronti del “Presidente Morabito”, prioritariamente la stessa  è rivolta all’uomo Morabito, al cittadino qualunque, al paziente sofferente ,non alla carica elettiva che lo stesso rappresenta. Qui ci vuole una battaglia per la vita,per la dignita’ umana, per il valore etico che la vita umana dovrebbe rappresentare per ognuno di noi. E’ indispensabile particolarmente nella gestione sanitaria che la politica, faccia emergere esclusivamente la meritocrazia e la qualita’, non creare dei carrozzoni elettorali, a discapito della salute dei cittadini con baratti e  lientele al di fuori dei colori politici gestionali del momento .La Cardiochirurgia è una esigenza ed una necessita per la piu’ grande citta’ della calabria, per la salvaguardia della salute di tutti e dico di “tutti”. Non è possibile che esistano differenziazioni tra i pazienti. I cittadini esigono il rispetto dei loro diritti. La battaglia per la Cardiochirurgia è una battaglia, certamente non la sola, viste le gravi carenze della nostra struttura ospedaliera e della sanita’ reggina in generale. Le battaglie devono essere condotte al di fuori della nomenclatura o dell’effetto cassa di risonanza del paziente interessato, i cittadini comuni meritano un trattamento paritario a chiunque altro. Ma c’è di piu’ è da intraprendere da subito la battaglia  per il nuovo Ospedale cittadino in funzione degli anni a venire. A qualcuno che ha svolto e svolge incarichi amministrativi non può essere passato inosservato ,tanto meno oggi far finta di non essere a conoscenza di una relazione ,che  indica il nostro ospedale non rispettoso delle norme antisismiche, quindi non a norma. Reggio  è citta’ sismica per eccellenza e prevenire , sarebbe meglio che curare, cosa che nessuno si augura.” L’Aquila docet”. L’ospedale cittadino non è dotato di strutture viarie di accesso e di deflusso idonee, men che meno in caso di emergenza. In funzione di cio’ si dovrebbe provvedere alla programmazione del nuovo ospedale , la cui costruzione potrebbe essere finanziata con le somme che si annidano nelle casse dell Azienda Bianchi Melacrino’ Morelli pari a circa 50.000.000 di euro, nella location dell’attuale Morelli con strutture multipiano ed utilizzando le aree contigue,dove attualmente fanno bella mostra, scheletri di edifici da svariati anni abbandonati,nell’incuria piu’ totale. La rimanente parte di risorse finanziarie potrebbe essere ricavata dalla dismissione dell’attuale ospedale, associata a contributi regionali, per quanto riguarda la dotazione di strumentario tecnologico ,nell’ottica di creare un centro sanitario di livello e contemporaneamente tecnologicamente avanzato, dotato inoltre di strutture viarie di facile percorribilità, consone ad una eventuale ma non augurabile emergenza. In altre parole si deve uscire dalla politica dei pannicelli caldi. Reggio cresce e necessariamente deve crescere nei servizi offerti al cittadino,in atto totalmente carenti in molteplici settori, per ottenere cio’ si deve modificare, la mentalità del gruppo dirigente e dei cittadini stessi. Tutto  ciò che si produce per la comunità deve essere inteso come un bene anche del singolo, non pensare che prioritario è il bene del singolo e che successivamente e secondariamente lo stesso possa essere bene della comunità . In mancanza di cio’ Reggio è una citta’ senza speranza e questo non lo voglio credere.

 Nino Zimbalatti – Consigliere Pd

 

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