Farmaci e farmacie ai tempi del dopo Abruzzo

Antonino Zimbalatti
Antonino Zimbalatti

Forse pochi si sono accorti che recarsi in farmacia dal mese di agosto, equivale ad entrare in una gioielleria, particolarmente colpiti sono gli anziani con patologie croniche, essendo costretti a un continuo consumo di farmaci. Di tutto ciò si deve ringraziare il Presidente del Consiglio Berlusconi ed il suo fido Ministro della Salute Sacconi. Infatti mentre la povertà aumenta, il governo fa di tutto per allargarne i confini particolarmente al Sud. Infatti il Governo per nulla interessato a ciò ed al decollo del meridione e della Calabria in particolare (la dice lunga l’assenza totale di ministri e sottosegretari calabresi nel governo attuale, ahi noi, forse potremmo inserire per risvolti generazionali il sottosegretario Nitto Palma), altre erano state le promesse da marinaio del nocchiero della politica e della vita hard italiana in sede preelettorale, ha disposto in agosto l’entrata in vigore del decreto Legge 39 del 28/04/2009 sugli interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo. Nel comma 13 dello stesso si parla di spesa farmaceutica e di misure sulla spesa sanitaria. Con la riduzione del prezzo per i farmaci generici del 12% in realtà si applica un prezzo di riferimento, anche per i farmaci cosiddetti griffati, in scadenza di brevetto, che di conseguenza o si adeguano a tale prezzo o come in effetti sta succedendo mantenendo il prezzo ab origine, lo stesso viene in parte rimborsato dal Ssn, in parte viene integrato dal cittadino. Tutto ciò insieme alla legge sul federalismo fiscale porta a far si che ci si trovi davanti ad una sanità a doppia velocità. Una quella delle classi più abbienti, che può facilmente pagare la quota integrativa, non intaccando la stessa gli equilibri economici di tali categorie. Una quella delle fasce deboli e medie, in primis pensionati, disoccupati, invalidi, affetti da malattie oncologiche, impiegati a basso medio reddito costretti a pagare se in grado la quota integrativa o ad assumere un farmaco generico. La Costituzione italiana per quanto riguarda la tutela della propria salute, ai cittadini concede libertà di scelta, ma in atto così facendo ciò non avviene. La scelta è obbligata è “il farmaco generico” e ci viene imposta da altri in modo irrispettoso e scellerato. Nulla contro tali farmaci ma tale scelta dovrebbe essere fatta autonomamente dal paziente, messo correttamente a conoscenza da un informazione seria sulla possibilità di una eventuale alternativa. I farmaci generici presentano una diversità negli eccipienti che può comportare un diverso assorbimento ed una diversa tollerabilità in confronto ai farmaci griffati assunti da anni dai cittadini per le proprie esigenze di salute. Partendo da questi presupposti, sarebbe opportuno per dare una dimostrazione di uguaglianza con i cittadini che il nostro presidentissimo a cui starebbe bene il motto “ fai come dico io, ma non fare come faccio io” incominciasse ad assumere pubblicamente e continuamente i farmaci cosiddetti non griffati. Ma come tutti possono immaginare ciò non avverrà mai. Il tutto una esclusiva riservata ai cittadini comuni, nel caso di Reggio di serie B, e mai sinonimo è stato così appropriato. Ora è quanto meno strano che tale decreto sia stato fatto entrare in vigore in piena canicola agostana, forse perché in tale calura occhio e cervello sono un pò rilassati e socchiusi, passando spesso tutto inosservato, la politica come in altre circostanze è accaduto ‘fa che tali miracoli possano avverarsi’. Purtroppo tornando dalle ferie ed inoltre avvicinandosi la cattiva stagione, saremo attesi da queste simpatiche sorprese che si abbatteranno sulle già dissestate casse dei cittadini italiani e calabresi in particolare, a causa della difficoltà economica già presente in questo territorio. E’ sorprendente il silenzio su questa tematica da parte delle forze politiche. Qualsiasi vessazione sui malati, in un momento in cui la sanità dimostra grosse difficoltà gestionali, non può essere ne’ condivisa ne’ accettata specialmente quando facendo passerelle e spettacolo il nostro premier fa proclami di ricostruzione dell’Abruzzo a nome del governo da lui rappresentato, perchè visto che il comma 13 del decreto legge 39 del 28/04/2009 propone che “le economie derivanti per l’annualità 2009 sono finalizzate alla copertura degli oneri derivanti dagli interventi urgenti conseguenti agli eventi del sisma in Abruzzo per un importo di 380.000.000,00 milioni di euro” in realtà sono i cittadini che finanzieranno tali opere, per quanto riguarda la formula una tantum fino al 2009 evitiamo di fare ridere la gente, viste le corbellerie che chi di buona memoria ricorda attinenti l’ una tantum del Vajont o del Belice. La gente d’Abruzzo merita tutta la solidarietà possibile, specialmente da chi e’ nato in una terra ad alto rischio sismico, ma una volta tanto siamo seri. Abbiamo strombazzato slogan contro la giunta Loiero per un ticket fisso sul costo delle ricette, che inoltre visto la massa di esenzioni per per reddito e patologie produrrà poco o niente a livello economico con buona pace di chi in merito ha fatto uno studio così approfondito, ed ora rimaniamo in silenzio davanti ad un prelievo forzoso che si abbatte sulle tasche dei cittadini? E’ proprio vero il detto che “ il pesce puzza dalla testa”specialmente quando a pagare è sempre ed esclusivamente la cittadinanza inerme e scarsamente tutelata.

Consigliere comunale
nonchè medico di base
Nino Zimbalatti

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