Nave dei veleni. Tripodi (Pdci): “Governo Berlusconi totalmente assente”

Michelangelo Tripodi

Reggio Calabria. “Non può esserci questa latitanza. Non credo che se tutto questo fosse successo in un’altra regione d’Italia, e in particolar modo del nord o del centro,  ci sarebbe stata la stessa inerzia da parte del governo nazionale”. Ad affermarlo, in una nota, Michelangelo Tripodi, assessore regionale all’Urbanistica e Governo del Territorio, nonché segretario regionale e responsabile nazionale del dipartimento per il Mezzogiorno del PdCI, in merito al ritrovamento a Cetraro della motonave russa Cunsky con a bordo un carico di rifiuti probabilmente tossici e radioattivi. “Credo chi ha a cuore la salute dei calabresi non può che essere allarmato – spiega Tripodi – perché al disastro ambientale che si profila dopo la scoperta della motonave russa a Cetraro il governo centrale non ha assunto ancora nessun provvedimento serio. Nessun esponente del Governo si è degnato di venire in questi giorni in Calabria né il governo nazionale ha inteso adottare le misure che questa gravissima emergenza ambientale e nazionale richiede. “Il ritrovamento del relitto della nave, effettuato su indicazione del Procuratore della Repubblica di Paola dott. Bruno Giordano e con l’impegno diretto della regione Calabria ed, in particolare, grazie ai mezzi messi a disposizione dell’Arpacal – aggiunge Tripodi – conferma tutto quello che si era detto in questi anni con le inchieste coraggiose avviate dall’allora P.M. Francesco Neri e da altri magistrati e svela una realtà che si conosceva ma di cui non si era mai riusciti a venire  a capo, perché non si erano mai fatte indagini serie e approfondite”. “Adesso con il ritrovamento della Cunsky  cambia il quadro e si comincia finalmente a fare luce su una vicenda inquietante per tutto il territorio calabrese. Noi siamo stati per anni e anni la pattumiera non solo d’Italia, ma anche d’Europa e del mondo”. “Debbo dire – prosegue Tripodi – che quando oggi Bossi e tutto il resto del governo Berlusconi parla di federalismo sale  ancora di più la rabbia, perché per loro significa relegare la Calabria a ruota di scorta, a farla diventare tutto al più il ricettacolo dei loro rifiuti tossici, nocivi e radioattivi. “Ovviamente in questo contesto non può essere sottaciuto il ruolo attivo e nefasto della ‘ndrangheta che dimostra di avere il totale controllo non solo del territorio ma anche del mare calabrese”. E’ una situazione molto grave quella che è avvenuta e dovremo impegnarci a fondo di fronte a quello che ritengo il più grave disastro ambientale che l’Italia abbia mai conosciuto per quello che abbiamo visto e per quello che si profila”. “Dobbiamo sapere quello che c’è in quella nave – afferma ancora Tripodi -. I calabresi hanno il diritto di sapere cosa c’è nel nostro mare, ne va della salute dei cittadini che viene necessariamente prima ed è molto più importante del danno turistico che potrebbe esserci. Non c’è dubbio che la Regione sta facendo e farà la sua parte. Va dato atto, infatti, all’assessore Greco di un grande impegno e di una grande attenzione, grazie anche alla sua alta competenza in materia essendo uno dei maggiori esperti e conoscitori di biologia marina, quindi da questo punto di vista è una garanzia”. “Insieme a tutto questo però – conclude Tripodi – vorremmo un maggiore impegno dal governo nazionale che sta dimostrando totale assenza e lontananza. Dobbiamo quindi tutti noi reagire. Chiedere un grande piano sia di verifica di indagini che di bonifica del nostro mare. Lavorare tutti per la tutela dell’ambiente e per la salute dei cittadini calabresi”.

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