Reggio Calabria. Emergenza maltempo ci risiamo. Ancora una volta non appena la stagione autunnale comincia a farsi avanti con i primi consistenti rovesci temporaleschi, la città precipita immediatamente in un caos micidiale che non risparmia quasi nessuno dei suoi quartieri. Questa volta (ma non è certo la prima) la segnalazione di un lettore riguarda la zona sud di Reggio, precisamente il viale Aldo Moro. “Bastano pochi minuti di pioggia – è scritto nella lettera – per vedere trasformati i cortili interni delle ex palazzine dei ferrovieri in vere e proprie piscine abbastanza profonde. Il punto principale è che non si tratta di acqua pulita, ma di liquame fognario che fuoriesce dai tombini (che puntualmente si scoperchiano) siti sulla via Soccorso e all’incrocio con il viale Aldo Moro, creando un vero e proprio torrente in piena che non potendo sfociare in mare a causa dei binari ferroviari (sopraelevati rispetto al livello della strada) torna indietro invadendo i condomini e gli appartamenti della zona. Tutto ciò è molto pericoloso per la salute dei cittadini che da moltissimi anni sono ancora vittime di questo problema igienico-sanitario, in quanto peraltro i cortili vengono invasi da residui di escrementi, rifuiti organici solidi e animali morti (topi, scarafaggi,ecc.). Basti pensare che se un anziano dovessere avere bisogno di soccorsi urgenti, le abitazioni potrebbero essere raggiunte soltanto in barca. Odori nauseabondi rimangono nei cortili, nei portoni, nelle auto allagate per settimane e settimane. Il problema non è comunque limitato al civico 22, ma riguarda un pò tutta la zona Sud della città; basti pensare che molte attività commerciali spesso per quattro gocce d’acqua sono costrette a chiudere e a volte addirittura a buttare merce e materiali (il riferimento più significativo forse è il supermercato DixDi in piazza della pace). Gli unici interventi fatti dalle autorità sono stati soltanto palliativi, ma il problema non è stato affrontato nelle sue cause principali ovvero l’insufficienza delle pompe di sollevamento, della rete fognaria e delle acque bianche, ma anche il mancato sfogo a mare dello scarico di Vico soccorso”.
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