Vibo Valentia. Alcuni giorni fa gli uomini dell’Arma della Compagnia di Vibo Valentia, diretta dal capitano Stefano Di Paolo, avevano sospeso i lavori all’interno del cantiere per la ristrutturazione di un fabbricato rurale perché parte degli operai erano stati assunti in nero. Sembrava l’ennesimo caso di sfruttamento dei lavoratori stranieri che, pur di guadagnarsi qualcosa, erano pronti ad accettare tutti i rischi connessi ad un lavoro privo di garanzie e di tutela. Ma gli uomini della Stazione dei Carabinieri di Briatico, già da quel primo sopralluogo, avevano notato che c’era più di qualcosa che non tornava nell’immobile. Infatti, nell’ispezionare la struttura che in poche settimane sarebbe stata perfettamente rimessa a nuovo, i militari della Benemerita avevano notato come fossero spuntati, quasi dal nulla, alcuni pilastri ed un vano semicircolare dell’edificio fosse stranamente più moderno delle altre parti. I Carabinieri si sono così insospettiti, decidendo di volerci vedere più chiaro e di verificare minuziosamente le concessioni edilizie rilasciate a C.M., titolare dell’impresa edile responsabile dell’esecuzione dei lavori. Un’indagine che ha permesso di scoprire come effettivamente i pilastri, destinati a sorreggere una porticato all’ingresso della struttura, ed una porzione dello stesso immobile fossero stati aggiunti illegalmente in piena violazione delle concessioni rilasciate. A seguito degli accertamenti e per evitare l’ulteriore prosecuzione del reato sono stati immediatamente apposti i sigilli al fabbricato, del valore di alcune decine di migliaia di euro, mentre l’esecutore dei lavori è stato deferito a piede libero per l’illegale costruzione.