Reggio Calabria. Il Consiglio di Stato ha dato il via libera alla clonazione dei Bronzi di Riace. Un via libera inappellabile stampato nero su bianco nella sentenza del supremo Organo, depositata lo scorso trenta luglio 2009. Il Consiglio di Stato ha dunque deliberato su appello proposto dal Ministero per i beni e le attività culturali contro la sentenza del TAR di Reggio Calabria del 2003 che a sua volta annullava la delibera della Giunta regionale 2002 che prevedeva appunto la tanto temuta clonazione. La sentenza apre dunque uno scenario inquietante, soprattutto in questa fase in cui tanto incerto appare il destino dei Guerrieri di Riace. Serve qui ricordare che la CGIL, capofila del Comitato contro la clonazione e per il referendum, insieme ad associazioni e movimenti, all’epoca dei fatti aveva proposto e vinto il ricorso al TAR, con il merito di bloccare l’infausto disegno. Il Consiglio di Stato, purtroppo, riapre la partita. O meglio, conferisce il crisma della legittimità alla riproduzione delle opere, quelle stesse opere che a breve lasceranno la città. Sono più che legittime, alla luce di questa inappellabile determinazione, le preoccupazioni del segretario provinciale del Pd, Giuseppe Strangio, che solo ieri rilanciava l’allarme rispetto alla esistenza dei cloni ed ai rischi che a questo punto si connettono alla partenza delle statue verso Roma, alla chiusura del Museo e ai dubbi circa i tempi di permanenza nella Capitale, oltre che ad eventuali altri progetti e scambi che potrebbero interessare i Bronzi. A questo punto bisogna scongiurare il rischio che partano gli originali e ritornino i cloni. Per questa ragione riteniamo giusta la proposta lanciata da Edoardo Lamberti-Castronuovo di esporre i Guerrieri a palazzo Campanella. Proposta accolta e rilanciata dal presidente del Consiglio Regionale, Giuseppe Bova che non solo mette a disposizione una sede sicura, ma ha anche messo a disposizione le risorse per tutta l’operazione. Sarebbe la migliore dimostrazione di una comunità che riesce a fare da sé e che riesce a creare un vero e proprio evento sul territorio con ricadute reali “per” il territorio”, di promozione e sviluppo. Basti immaginare cosa potrebbe essere vedere uscire le due statue dal Museo per far percorrere loro la strada fino a Palazzo Campanella, ovviamente coinvolgendo tutte le articolazioni della società reggina. Questo sì potrebbe essere un evento da tv nazionali per promuovere il territorio. Allo stesso modo i Bronzi a Palazzo Massimo promuoverebbero solo Palazzo Massimo. È necessario vigilare più che mai su quanto succederà in queste ore. E rilanciare con forza la richiesta agli esperti dell’Icr di venire in città per intervenire sui Bronzi, così come successe nel 1994. Siamo certi che il Consiglio regionale li metterà nelle condizioni di poter operare al meglio. Meglio di come potrebbero fare a Palazzo Massimo. Con una operazione a costi ridotti, in sicurezza e nel rispetto della città e dei cittadini. Sull’altro fronte, le dichiarazioni dell’assessore Freno ci preoccupano ancor di più, perché hanno il sapore di una resa di fronte a decisioni già prese e rispetto alle quali lei non può nulla. Questa la proposta della CGIL alla luce della sentenza del Consiglio di Stato. Fatti e non parole, che lasciamo ad altri. Si renda concreta quella concertazione di cui parla il sindaco Giuseppe Scopelliti. Il primo cittadino convochi oggi il tavolo con tutte le espressioni della società per decidere il da farsi. Allora sì si potrà dire: “Ha scelto la città”. In caso contrario dovremmo cominciare a chiedere direttamente ai cittadini la loro opinione in merito.
Francesco Alì
Segretario Generale
CGIL Metropolitana
Reggio Calabria – Locri