Reggio Calabria. “E’ sempre il solito stile, fatto di “si dice”, informazioni contraddittorie e rassicurazioni poco convincenti. Per i Bronzi di Riace e per i cittadini di Reggio Calabria davvero niente sembra cambiare sotto il sole: dall’ipotesi di clonazione di ieri, al trasferimento con restyling di oggi resta inalterata l’assoluta mancanza di riguardo per le istituzioni locali e per i cittadini reggini sulle cui teste si continua a voler decidere, a sprezzo di qualunque principio di concertazione e confronto”. Lo dichiara il segretario regionale di Rifondazione comunista, Nino De Gaetano. “Nella storia del trasferimento “momentaneo” delle due grandi statue – prosegue De Gaetano – sono troppe le cose che non tornano. Il restauro di palazzo Piacentini era da mesi in agenda e l’esigenza di un restauro dei Bronzi non può essere certo emersa all’improvviso. C’era tutto il tempo, quindi, per gestire la questione in modo diverso, cercando insieme con le istituzioni locali e regionali la soluzione migliore per tutelare i Bronzi di Riace e gli interessi dei calabresi. Oggi, invece, siamo ancora in attesa di conoscere una parola certa sulle ragioni, sui tempi e sulle modalità di un trasferimento che solo fino a qualche anno fa gli esperti avevano escluso in ragione della fragilità delle statue. Che cos’è cambiato nel frattempo? La sensazione è che ancora una volta si volesse agire in silenzio e di nascosto, aggirando un confronto evidentemente avvertito come una fastidiosa incombenza. Ma proprio come per la “clonazione”, che in queste ore il Consiglio di Stato ha dichiarato legittima con una pronuncia che spalanca preoccupanti scenari, anche questa volta l’operazione non è riuscita. Oggi come ieri i reggini pretendono di sapere, difendono il diritto di decidere sul destino del loro simbolo più caro e prezioso e, soprattutto, propongono alternative di assoluto livello, capaci di arginare il danno che l’assenza dei Bronzi e la contemporanea chiusura del Museo della Magna Grecia rischiano di causare all’economia turistica dell’intera regione. Per questo sull’ipotesi di ospitare i due guerrieri all’interno di Palazzo Campanella, dove potrebbe essere realizzato anche il restauro, crediamo sia urgente intavolare un confronto tra tutti i soggetti deputati a decidere. Ignorare la proposta come se non fosse mai stata avanzata significherebbe perseverare in quel silenzio arrogante che i calabresi non si meritano e, di certo, non intendono accettare”.
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