Reggio Calabria. Immaginare che il PD possa essere un contenitore confuso dove prevalgono le emozioni istantanee o una continuazione della storia dei vecchi partiti fondatori significa tradire le motivazioni alla base della sua nascita. Esaurita la consultazione degli iscritti, con le primarie del 25 Ottobre parte invece la sfida per la costruzione del partito del cambiamento della democrazia italiana.
Si tratta di una vera e propria fase fondativa che vedrà l’elezione del segretario nazionale e dei segretari regionali e strutturerà finalmente un percorso e un metodo politico, definendo l’identità del nuovo soggetto.
Noi sosteniamo la mozione Bersani, perché le ragioni di quella proposta congressuale sono quelle che più convincono rispetto alle esigenze che stanno di fronte al futuro. Il Pd ha bisogno di costruire un sentimento collettivo, unire persone su un nuovo progetto comune e non amalgamare storie diverse e del passato. Non possiamo sottovalutare o nascondere che sino ad oggi la sfida del nuovo partito non ha riscaldato l’animo di coloro che attendono una risposta alta ai bisogni della società italiana in termini di cambiamento, rinnovamento e generazione di nuove idee. Il PD deve ora costruire un metodo e un percorso capace di accogliere, di darsi un’organizzazione, aperta e plurale, in grado di coinvolgere la maggioranza del Paese. Occorre ripartire dai territori, organizzare la presenza dei democratici, fare rete.
La crisi dei partiti dell’area socialdemocratica, la deriva populista e leghista, il sentimento antimeridionale del PDL necessitano di una risposta forte: da troppo tempo è assente una politica autorevole specie a favore del Sud. Il PD si è per troppo tempo impantanato nella gestione dell’esistente, nelle diatribe di breve periodo e di corto respiro. Dobbiamo invece guardare al futuro, garantire i diritti di III generazione da un tentativo di piegare il federalismo fiscale a logiche fondate sulla diseguaglianza tra Nord e Sud, immaginare nuove risposte alle sfide ambientali, alla crisi delle risorse, al radicarsi delle vecchie povertà e al sorgere di nuove emarginazioni sociali.
Nuove idee, per un partito nuovo. Occorre in sintesi ricercare, elaborare, dotarsi di un progetto e di una identità. Questa è la sfida che abbiamo davanti, che potremo superare affidandoci ad una discussione vera, ad un confronto radicale, sul come costruire un partito plurale, riformista e moderno.
I congressi interni, se segnalano la vitalità di tanti militanti e la loro voglia di partecipare alla costruzione del partito, dimostrano però l’insufficienza di una semplice conta interna priva della capacità di coinvolgere simpatizzanti ed elettori, della forza di dibattere e scegliere proposte e strategie.
Il Sud ha bisogno di una forte innovazione riformista, di legalità e cultura, di formazione e infrastrutture: il PD deve ripensare una politica ed un progetto che affronti e finalmente dia risposte alla questione meridionale. E’ una battaglia che i democratici devono affrontare, cancellando ogni pregiudizio, per il bene dell’Italia.
Consideriamo i congressi di circolo un processo di consultazione dei tesserati, che però non serve se si riduce ad una conta sterile e controproducente: il regolamento non prevede l’elezione di organismi dirigenti, ma assegna a questa fase interna dei tesserati il compito di votare sulle mozioni e soprattutto dibattere su quale partito e quale politica.
Per questi motivi avremmo preferito una lista unica a sostegno della mozione Bersani, fatto naturale in Calabria ed in Italia, ma non a Reggio, dove si alzano ossessivamente steccati e si alimentano assurde divisioni, segnate da un deficit di proposta e di azione politica che preferisce a libertà e creatività, disciplina ed obbedienza.
In ogni circolo i DCR, in piena autonomia, stanno scegliendo come sostenere e dare forza alla mozione Bersani, presentando una lista o votando il documento nazionale,con l’obiettivo di dare sostanza ad una pratica politica fondata sulla produzione di idee e progetti, sull’ascolto e sulla proposta.
Il 25 ottobre,invece, quando si eleggeranno, mediante primarie aperte a tutti i cittadini, le assemblee nazionale e regionale, promuoveremo insieme a quanti si riconoscono nella necessità di costruire un Partito Democratico rivolto a ciò che sta fuori di sé, aperto e propositivo, capace di riflettere a fondo sulla sua storia e sul suo percorso, e di costruire un futuro stabile e sicuro per il nostro Paese e per la nostra Regione, una lista collegata a Bersani, in un contesto di sana competizione fra concezioni diverse e non su inutili personalismi.
Dopo le primarie, toccherà al nuovo gruppo dirigente, ricercare una sintesi avanzata fra le mozioni e proiettare il PD, unito, verso ambiziosi traguardi e successi.
Noi siamo impegnati per questo.
I democratici riformisti della provincia di Reggio Calabria