“In pochi, fin dall’inizio, ci siamo opposti ai progetti di un federalismo concepito contro il Mezzogiorno e contro l’unità nazionale –ha dichiarato Loiero- mentre adesso registro con soddisfazione che nel paese le preoccupazioni sono diventate molto più vaste e soprattutto che i vescovi italiani hanno posto al centro delle priorità sociali la questione meridionale. Sono anche orgoglioso che nel 150° anniversario dell’unità d’Italia la Chiesa e le organizzazioni cattoliche affronteranno la questione durante le ‘settimane sociali’ a Reggio Calabria”. “Ho sempre denunciato il rischio della dissoluzione dello Stato nazionale, attraverso il grimaldello prima della devolution ed ora del federalismo fiscale, è stato irriso e svillaneggiato. Ma con il tempo –ha affermato Loiero- le cose si stanno chiarendo: primo tra tutte che la riforma del federalismo fiscale senza cifre e numeri sia un pericoloso un azzardo. Si potrebbe giungere all’inaridimento delle risorse per il Mezzogiorno, che già da anni vede diminuiti i trasferimenti statali e che oggi ha subito il taglio dei fondi FAS”. “Un’analisi che ha trovato conferma sia dai dati dello Svimez, sia dalle stime elaborate da economisti e studiosi per conto della Regione Calabria. Sarebbe proprio la Calabria –ha continuato il presidente- a pagare il prezzo più penalizzante, con una decurtazione delle risorse disponibili che potrebbe arrivare al 30/40 per cento”. “La posizione della Cei, espressa dal suo segretario monsignor Mariano Crociata, chiarisce anche un altro equivoco. Il Mezzogiorno ha un ritardo storico e strutturale rispetto al resto dell’Italia ed il federalismo, così com’è concepito, non può avere come unico obiettivo la responsabilizzazione della classe dirigente, perché nessuno sarebbe in grado di gestire la situazione. Perciò, serve un federalismo solidale e fortemente unitario”. “Del resto, l’Italia soffre dalle origini di un’unità nazionale debole. Un’unità che è stata lungo l’arco di secoli non più di un’astrazione politica e solo nel 1861 ha registrato un approdo istituzionale, supportata da un vincolo costituzionale a partire dal secondo dopoguerra. Solo da allora si è cominciato il riscatto delle plebi meridionali, che spesso con l’emigrazione hanno creato ricchezze in tanti territori d’adozione. Oggi –ha concluso Loiero- l’unità è invocata dalle Regioni meridionali per continuare un percorso, mentre alcune forze politiche del nord spingono per la costituzione di un nucleo duro di regioni mittleuropee ricche che possa fare a meno dei fardelli rappresentanti dalle aree depresse e sottoutilizzate”. “Invece, da questa crisi economica può uscire un’Italia più forte e più ricca, valorizzando le potenzialità del Mezzogiorno, solo con l’applicazione di un federalismo costituzionale, che equilibri autonomia e responsabilità, forti poteri dello Stato con flessibilità dei territori”.
Ufficio stampa Regione Calabria