Alluvione Messina. Tripodi (Pdci): “Dobbiamo difendere il territorio”

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“Decine di morti e di dispersi, un territorio devastato. E’ con profonda tristezza che esprimo tutta la mia solidarietà ai cittadini del messinese e al popolo siciliano più in generale duramente colpito dall’alluvione”. Ad affermarlo, in una nota, Michelangelo Tripodi, Assessore regionale all’Urbanistica e Governo del Territorio e Segretario del PdCI Calabria. “Ci risiamo – spiega Tripodi – siamo costretti ancora a confrontarci con devastazione e morte, a piangere vittime innocenti. Di fronte ad una tragedia immane come questa non basta solo esprimere il cordoglio, occorre invece agire subito con una politica seria di rispetto, di recupero e sviluppo sostenibile del territorio. Per questo siamo totalmente d’accordo con quanto ha affermato ieri il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: per il Sud, per la Calabria e per la Sicilia occorre investire in sicurezza e manutenzione invece che in opere inutili e faraoniche. Da anni nel nostro piccolo diciamo queste cose e siamo impegnati in Calabria per affermare una nuova politica del territorio, del paesaggio e dell’ambiente.” “Questa ennesima catastrofe – prosegue ancora Tripodi – purtroppo ci dimostra quanto poco è stato ancora fatto per tutelare la natura e il territorio che ci circonda da un governo nazionale che rapina il sud e pensa solo ad un’opera di regime come il Ponte sullo Stretto. Oggi più che mai dalla tragedia e dal dramma messinese sorge spontanea una richiesta al governo Berlusconi: le risorse destinate alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina vengano destinate ad un Piano straordinario per il recupero, la riqualificazione, il consolidamento e la messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico e privato e dei centri storici dei Comuni calabresi e siciliani nonché per finanziare un grande piano per la difesa del suolo. Solo così si possono contrastare efficacemente il rischio sismico ed il rischio idrogeologico che incombono così gravemente sulla Sicilia e sulla Calabria. Inoltre, occorre utilizzare il piano casa esclusivamente per un’edilizia sociale fondata sulle regole e sulla legalità che guarda al territorio, all’ambiente e al paesaggio come risorse e opportunità di tutela e di sviluppo dell’intero Paese”. “Quello che deve essere ben chiaro una volta per tutte – ribadisce l’assessore Tripodi – è che l’unico modo per difendersi da fenomeni così devastanti sono gli interventi di prevenzione, interventi che possono evitare vittime e danni, cosa che invece continua a verificarsi. Ovviamente una seria attività di prevenzione e di difesa si fa solamente attraverso programmi organici di messa in sicurezza e consolidamento del patrimonio edilizio pubblico e privato concentrando, quindi, gli investimenti in questa direzione e sapendo che questo rappresenta la priorità assoluta se davvero si vuole rispettare il territorio”. “Ciò significa che mai più nel nostro Paese – aggiunge Tripodi – si dovranno verificare catastrofi come quella avvenuta in Sicilia. Quella che viene chiamata in causa, quindi, non è la forza della natura, ma il comportamento scellerato dell’uomo, delle istituzioni preposte, delle autorità a tutti i livelli, che sono responsabili delle situazioni di degrado, di abusivismo e di rischio in cui vivono tanti Comuni del nostro Paese, soprattutto al Sud”. “Quello che è accaduto a Messina e in Sicilia – conclude Michelangelo Tripodi – deve insegnare a chi ancora non lo ha compreso, che tutti abbiamo il dovere di difendere il patrimonio naturale, urbanistico e paesaggistico di cui disponiamo. E dobbiamo farlo consapevoli di quanto sono enormi i costi sociali di un’edilizia selvaggia. Per questo è necessario ribadire la netta contrarietà ai Piani casa che prevedono l’aumento delle cubature con procedure poco chiare che ci espongono a rischi e pericoli che potrebbero diventare assai gravi, e a opere faraoniche e inutili come il Ponte sullo Stretto di Messina”.

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