Tragedia di Messina. L’indignazione del Prc calabrese

“Di ora in ora le dimensioni della tragedia di Messina si vanno definendo in maniera sempre più drammatica, offrendo uno scenario di lutto e distruzione che oggi è gioco facile definire annunciato; ciononostante quella sulla sicurezza ambientale e sull’importanza della difesa del territorio si conferma una lezione che in Italia nessuno vuole imparare. Di certo non il ministro alle Infrastrutture Matteoli che a poche ore dal disastro, mentre a Messina si scavava a mani nude in mezzo al fango, annunciava con il consueto pessimo gusto la prossima apertura dei cantieri del Ponte sullo Stretto”. Lo dichiara il segretario regionale calabrese di Rifondazione comunista, Nino De Gaetano. “Matteoli – prosegue – non ha evidentemente gradito il doloroso monito del Presidente della Repubblica che di fronte ai morti di Messina aveva chiesto al governo di rinunciare alle opere faraoniche per concentrarsi sulla messa in sicurezza del territorio e a Napolitano ha risposto da par suo, con un’uscita inopportuna e vergognosa. La morale? Per la difesa del territorio non ci sono soldi, quelli che ci sono vanno spesi secondo le priorità e il Ponte è una priorità. Invitiamo Matteoli ad andarlo a spiegare di persona alle famiglie di Giampilieri o a tutti i calabresi che nei comuni a rischio idrogeologico tremano ad ogni temporale, specificando che per il 2010 il governo Berlusconi non ha stanziato neppure un euro per opere di messa in sicurezza, come se i morti di Sarno, Vibo Valentia e Soverato non fossero mai esistiti. Come se la stessa tragedia di Messina fosse dovuta al destino cinico e baro. Sembrerebbe pensarla così anche Berlusconi: come spiegarsi, sennò, la leggerezza di spirito con cui, la sera stessa della tragedia, ha sfilato a Milano per godersi l’anteprima del film su “Barbarossa”? Di sicuro, anche per il premier ci sono priorità da rispettare”.

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