Bronzi di Riace. L’assessore provinciale Gioffrè ribadisce il no al trasferimento

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Reggio Calabria. Da sempre, la posizione ufficiale, che qui ribadiamo con forza, dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria è stata quella di netta opposizione a qualsiasi trasferimento dei Bronzi oltre il territorio della Città di Reggio Calabria. Lo abbiamo già fatto quando vi è stato il tentativo di esporli, a mò di marketing e di oggetti di consumo, al G8 della Maddalena, poi abortito per il sentore della forte opposizione che stava per levarsi dalla Città di Reggio e da tutta la sua Provincia. Lo facciamo, ancor di più, ora! E poiché è ormai cosa usuale che questa Amministrazione non è abituata a sottostare a diktat di nessun tipo, poniamo alla neo sovrintendente ai Beni Archeologici della Calabria, dr.ssa Simonetta Bonomi, rappresentante del Ministero in queste Terre di moderno colonialismo in cui, ormai, è concesso fare tutto, due domande: 1) se Ella, e, attraverso Ella, il Ministero, è a conoscenza che le due statue bronzee, modellate in decenni diversi del V sec.a.c., vivono in uno stato precario nella loro struttura metallica, tanto che le stesse furono restaurate, per la seconda volta tra il 1992 e il 1995, dai tecnici dell’ICR , non a Roma ma a Reggio Cal. I Tecnici dell’ICR di allora, Mauro Micheli e Massimo Vidale, sotto la direzione scientifica della Prof.ssa Alessandra Melucco Vaccaro e Giovanna di Palma, sostennero che un loro qualsiasi spostamento avrebbe provocato un aggravamento delle lesioni interne, già allora riscontrate, e danni irreversibili alla struttura metallica di cui sono composti. Ora, la Sovrintendente, sa dirci se è cambiato qualcosa da allora? 2) In seguito a queste certezze scientifiche, la già Sovrintendente per le aree Archeologiche della Calabria, la Dr.ssa Elena Lattanzi, autorità in campo internazionale del settore, si è sempre opposta a che i Bronzi di Riace fossero spostati dal loro sito naturale e storico. Cos’è cambiato, dal punto delle certezze tecniche, da quel giudizio competente, sereno e autorevole? La questione dei Bronzi di Riace è divenuto un affare quasi privato tra Ministero e Comune di Reggio Calabria come se il Territorio, con le sue Istituzioni, i Paesi, la Gente, i presidi Culturali non esistessero. L’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria ribadisce che i Bronzi di Riace danno pienamente il senso di un’identità culturale che lega la Calabria alla sua storia antica. La Magna Grecia non fu solo un’epoca, ma fucina di modelli di pensiero da cui nacque la democrazia! Per questo pensiamo che né i Bronzi, né il Museo Nazionale possono divenire oggetto di scambi di favori o di strumentalizzazione come fu per il Kauros. Pensiamo, e lo ribadiamo con convinzione, che la momentanea e prestigiosa sede ove esporre e far restaurare i Bronzi sia Palazzo Campanella, sede naturale e identitaria dei Calabresi. Noi dubitiamo fortemente, almeno che non si tratti di altro, che il restauro possa durare solo dai 2 ai 4 mesi come sostenuto dal sindaco di Reggio Cal. (se così breve è il tempo del restauro, che senso ha sottoporre ad un pericolosissimo stress così fragili Opere d’Arte?). Perché il Ministero dice no a Palazzo Campanella, che metterebbe a disposizione sale, arredi, ambiente climatico ideale , laboratori e soldi? Forse perché Palazzo Campanella non garantisce dal punto di vista politico? E che c’entra la politica con la salvaguardia dei Bronzi di Riace, patrimonio culturale dell’Umanità? Ribadiamo la proposta di “Museo diffuso “ e cioè un piano di esposizione dell’opere d’arte, logicamente trasportabili, nei Palazzi più belli della Città e dei Musei della Provincia per il periodo di chiusura del Museo stesso. Si creerebbe, così, un rinnovato circuito culturale nella Città di Reggio e nella Provincia e sarebbe una novità nello scenario del turismo culturale nazionale.

L’Assessore provinciale alla cultura, Santo Gioffrè

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