Reggio Calabria. I vertici dell’Asp denunciano l’ennesimo episodio di intimidazione ai danni di due medici dello staff della direzione sanitaria che operano nel settore della medicina generale e della continuità assistenziale. L’episodio si è verificato ieri pomeriggio nello studio privato comune alle due dottoresse ed è stato denunciato agli organi di stampa questa mattina, in una conferenza stampa a Palazzo Tibi, alla presenza del commissario straordinario Massimo Cetola, del direttore amministrativo Francesca Cupo, del direttore del dipartimento ospedaliero Domenico D’Agostino, del coordinatore dell’attività interdistrettuale Giuseppe Messina e del coordinatore degli uffici di staff Rosario Bellantonio.
«Ieri vandali sono entrati nello studio privato di due medici dello staff della direzione sanitaria e hanno messo a soqquadro tutto. Un atto di vandalismo lampante senza scopi di furto, chiaramente riferito alla loro attività direttiva – ha sottolineato il commissario straordinario – l’ennesimo contro chi sta operando per ripristinare le regole di civiltà che abbiamo introdotto anche in medicina generale. Quel che è ancora più grave è che a questi atti non corrispondono prese di posizione da parte di chi, pur potendo, non interviene: i sindacati, le autorità, gli enti e le istituzioni che non prendono posizione contro i barbari che portano Reggio Calabria a livelli africani, da terzo mondo. Ritengo fondamentale per questa terra che chi ha incarichi importanti prenda posizioni serie e risolute contro questi episodi, altrimenti la Calabria rimarrà sempre “maglia nera” tra le regioni d’Italia e gli altri italiani avranno ben diritto a considerare questa terra incivile».
Nel suo intervento, il commissario Cetola ha evidenziato un altro esempio emblematico di inciviltà: le continue manomissioni del sistema di rilevazione automatico delle presenze nelle strutture dell’Asp. «Saranno anche pochi quelli che commettono questi atti – ha concluso Cetola – ma la colpa è di tutti quelli che non prendono posizioni e mettono in cattiva luce questa terra».
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