Palermo e Cefalù. Maxi blitz dei Carabinieri, sgominata banda attiva nel traffico di stupefacenti

Palermo. È cominciata alle prime luci dell’alba la maxi operazione antidroga a cui hanno partecipato circa 120 Carabinieri del Gruppo di Palermo e del Gruppo di Monreale, supportati da varie unità cinofile antidroga e da due elicotteri del 9° elinucleo dell’Arma di Boccadifalco, che ha portato all’arresto di 15 persone con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (hashish, cocaina), su esecuzione di altrettante ordinanze di misura cautelare emesse dalla Procura della Repubblica di Palermo, pubblico ministero Emanuele Ravaglioli e gip Pasqua Seminara, e dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese, pm Gianluca De Leo e Francesco Grassi e gip Roberto Riggio.

Le indagini sono state condotte per oltre un anno in stretto coordinamento info-operativo dalle Compagnie Carabinieri di Cefalù e Palermo Piazza Verdi e hanno permesso di individuare un rilevante traffico di stupefacenti che aveva come punto di partenza di spaccio nei quartieri Falsomiele, Bonagia, Guadagna e Borgo Ulivia del capoluogo palermitano, e punto d’arrivo le località balneari di Cefalù e zone limitrofe, dove la droga veniva venduta nei pressi di discoteche e vari locali notturni alla moda del litorale. Le risultanze investigative sono il frutto di attività d’indagine condotte prevalentemente tramite servizi di osservazione e controllo, avviati dai reparti operanti sulla base delle segnalazioni giunte alle Stazioni Carabinieri di Palermo Oreto e Cefalù anche dai genitori dei ragazzi residenti nell’area urbana cittadina, nonché dagli ambienti del divertimento giovanile della riviera cefaludese, costantemente monitorati dall’Arma specie durante il periodo estivo.

In particolare, la gestione del traffico sulla piazza di Palermo è partita dal controllo degli acquirenti, di volta in volta fermati dai Carabinieri, provenienti principalmente da tutti i quartieri del capoluogo siciliano ma anche da centri della provincia come Monreale, Misilmeri, Villabate, Bagheria, Partinico e Cefalù, nonché da diverse province siciliane come Caltanissetta, Trapani e Agrigento. Alla buona riuscita delle indagini ha giovato il rapporto fiduciario dei Carabinieri con gli abitanti onesti dei “quartieri-supermarket”, scenario dell’offerta dello “sballo a tutti i costi”, che hanno fornito le descrizioni dei presunti spacciatori manifestando viva preoccupazione per i fatti di spaccio che avvengono alla luce del sole, senza curarsi della presenza di adulti o bambini, e per timore di un eventuale futuro coinvolgimento dei propri figli. Le mamme dei tossicodipendenti, dilapidate dei loro beni economici e spesso costrette a sborsare il denaro per la dose o le dosi giornaliere dietro le minacce e le percosse da parte dei figli, hanno visto nell’Arma un punto di riferimento e di forza per liberarsi da un giogo insostenibile e contribuire ad assicurare alla giustizia i venditori di morte.
I Carabinieri della Stazione Oreto hanno prima individuato i tossicodipendenti e successivamente gli spacciatori, i loro veicoli ed il luoghi e gli orari dello spaccio.

Dalle indagini è emersa la predominanza di un unico nucleo familiare nella gestione dello spaccio, quello di OMISSIS1, 50enne, detto “OMISSIS1” non nuovo al mondo dello spaccio come suo figlio. OMISSIS1 è risultato indiscutibilmente inserito nel contesto malavitoso di rango del quartiere Falsomiele potendo far fede su una fitta rete di scagnozzi deputati a bonificare la zona di ingerenza, tale da assicurare il monitoraggio costante da improvvisi e sgraditi controlli delle forze dell’ordine, idoneo ad evitare arresti e perquisizioni in flagranza di reato.

Altra figura criminale da non sottovalutare, soprattutto per la pluriennale esperienza nell’ambito malavitoso legato al traffico di sostanze illegali ed allo spaccio al dettaglio è quella di OMISSIS2, 37enne soprannominato “OMISSIS2”, che gli investigatori ritengono come uno fra i principali gestori del traffico di cocaina ed eroina nella zona di Villagrazia e della Guadagna. Oltre a loro, è finito in manette un gruppo molto attivo nello smercio al dettaglio di eroina, cocaina, marijuana ed hashish ben noto ai Carabinieri per i precedenti penali specifici e per la spiccata capacità a delinquere dei singoli che li ha dotati di un bagaglio di esperienza nello specifico settore illecito, tale da poterli qualificare come elementi cardine nell’orbita malavitosa della vendita illegale della droga nei quartieri in questione.

L’indagine dei Carabinieri della Compagnia di Cefalù denominata “Sunrise” (dall’ora in cui avvenivano i principali episodi di cessione di stupefacenti, spesso alle prime luci dell’alba), si inquadra nel più ampio contesto di attività svolte nel contrasto al fenomeno dello spaccio e del consumo di sostanze illecite soprattutto tra i più giovani. Sotto la lente degli investigatori, dunque, il mondo notturno cefaludese, la sua “movida”, i locali notturni, le consuetudini del sabato sera e quelle delle ultime stagioni estive. Il lavoro dei militari è stato articolato in diverse fasi. Durante le prime fasi, i Carabinieri hanno lavorato “alla vecchia maniera”, hanno effettuato un attività prevalentemente informativa svolta sul territorio, frequentando, in abiti civili i vari locali notturni mischiati tra la folla impegnata nella ricerca dello “sballo”. Acquisite le dritte giuste su quelli che potevano essere i canali di rifornimento, a seguito anche di alcuni riscontri, si è giunti alla fase successiva, procedendo con attività tecniche di intercettazione, grazie alle quali, giorno dopo giorno, gli uomini dell’Arma hanno ricostruito i vari passaggi tramite i quali la sostanza stupefacente arrivava a Cefalù. Conferma fondamentale è stata, ancora una volta, che il flusso principale della droga che giunge alle Madonie parte dal capoluogo palermitano.

Le investigazioni sono state avviate dopo l’arresto del principale indagato, OMISSIS3, 45enne cefaludese, che a seguito di un controllo su strada è stato trovato in possesso di circa 12 gr. di cocaina purissima, per un valore di circa 2.500 euro. È scattata così la perquisizione presso l’abitazione del fermato, dove sono stati rinvenuti attrezzi vari per il confezionamento dello stupefacente e sostanze da “taglio”. I Carabinieri, ripercorrono a ritroso il viaggio quasi quotidiano della droga, sono giunti a Palermo dove sono stati identificati i vari spacciatori, e successivamente, attraverso una ridiscesa dei canali di approvvigionamento, sono stati identificati altri piccoli pusher attivi nel comune di Cefalù . A veicolare lo stupefacente da Palermo a Cefalù anche alcuni corrieri, tra cui una donna insospettabile.

A seguito dell’indagine, è venuta alla luce una catena dello spaccio che va dal piccolo venditore, che in parte consuma e in parte rivende, al soggetto che lo dirige nell’attività criminosa, fornendogli quantitativi sempre maggiori al fine di renderlo completamente dipendente. Nel corso delle attività svolte è stato monitorato proprio questo meccanismo che si innesca inizialmente tramite le droghe leggere e sono stati identificati gli spacciatori al dettaglio, che con i ricavi delle vendite erano soliti comperare la droga per uso personale. Lo spacciatore generalmente conosce molto bene l’acquirente, tanto è vero che lo stupefacente non viene venduto a chiunque, ma solo a persone note o comunque con garanzia di affidabilità. Questo meccanismo fiduciario, osservano i Carabinieri, è finalizzato a creare altri piccoli spacciatori ed incrementare così la catena dei guadagni ed è per questo che i piccoli gruppuscoli come quelli monitorati, pur movimentando quantitativi non particolarmente eccessivi, rappresentano un livello di offensività di notevoli proporzioni.

Alcuni degli spacciatori della piazza cefaludese avevano ideato un’ingegnosa terminologia criptica per eludere, o almeno per tentare di eludere, le eventuali attività di intercettazione: il termine “petit” era utilizzato per far riferimento alle sostanze stupefacenti del tipo leggero, mentre con “beaucoup” si faceva riferimento alla cocaina. Altre parole convenzionali con le quali si faceva riferimento alla droga in genere erano dvd, regalino, partecipazione, quel discorso, bottiglia di vino, mezza ostrica.

L’operazione complessivamente (tra Palermo e Cefalù) ha condotto nel tempo al sequestro di oltre 1.200 dosi di stupefacente e determinerà la successiva segnalazione alla Prefettura di Palermo di 123 soggetti quali assuntori tra questi giovanissimi studenti, operai, commessi, ma anche insospettabili professionisti. In totale le persone tradotte in carcere sono state 14, un soggetto non è stato rintracciato al momento dell’operazione.

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