Cooperazione internazionale all’insegna dell’olio. Tra coltura e cultura. Concluso alla facoltà di Agraria dell’università Mediterranea il master internazionale di primo livello in Innovazione tecnologica e sostenibilità dell’olivicoltura mediterranea. Iniziativa che ha visto agire in partenariato l’ateneo reggino, attraverso la facoltà presieduto da Santo Marcello Zimbone e il Servizio relazioni internazionali, l’università Al Fateh di Tripoli, l’università di Zawia (Libia), l’Istituto nazionale agronomo El Harrach di Algeri, l’università El Margheb di Khumus (Libia), l’Istituto nazionale agronomo di Tunisi. Il master, diretto dal professore Giuseppe Zimbalatti, ha visto la partecipazione di 15 studenti (9 italiani, 4 algerini, 1 libico), che hano concluso ieri mattina con la discussione della tesi un percorso formativo articolato in 1500 ore di attività didattiche, stage e visite tecniche, seminari e attività di laboratorio, con scambi culturali tra la Calabria e le sedi degli atenei consociati del Nord Africa. Nel pomeriggio, nella sala consiglio della facoltà, le autorità accademiche hanno presentato i risultati conseguiti nell’ambito del master e sottolineato l’importanza di iniziative del genere, che se da un lato rafforzano l’internazionalizzazione portata avanti in questi anni dall’ateneo reggino, dall’altro evidenziano le capacità scientifiche e manageriali della facoltà di Agraria nell’organizzare progetti che aprono alla cooperazione scientifica e culturale tra i Paesi della riva Sud del Mediterraneo. Tanto che i vertici della facoltà di Feo di Vito stanno già pensando ad una seconda edizione del master per coinvolgere altri Paesi del Mediterraneo come Marocco, Tunisia e Malta. Territori accomunati dalla spiccata vocazione agricola da valorizzare e su cui puntare per una promozione del bacino stesso. “Un ponte che unisce i Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, un dialogo tra culture”, lo ha definito Hedi Daghari, rappresentante dell’Istituto nazionale agronomo di Tunisi. “Dell’accordo stipulato tra i governi italiano e libico, un aspetto di fondamentale importanza, poco conosciuto, è la cooperazione scientifica e culturale tra i due Paesi, che incentiverà la mobilità degli studenti e l’individuazione dei centri di ricerca – ha detto Ibrahim Magdud, presidente dell’Accademica libica in Italia – Altra iniziativa importante è la Fondazione universitaria italo-libica, della quale fanno parte 4 atenei siciliani, le università libiche e la Mediterranea, che rappresenta un progetto molto avanzato che farà da fattore trainante per la cooperazione tra Italia e Paesi del Maghreb e tra gli stessi Paesi del Maghreb. Quindi uno scambio anche orizzontale tra i nostri studenti”.
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