La grande corsa alla Primarie, taglia il suo traguardo ufficiale alle venti di questa sera. Chi è in fila ancora può votare. E se già in serata è prevista la corsa ai primi dati ufficiosi, per domani il responso su chi tra Bersani, Franceschini e Marino, è stato chiamato a guidare il Partito Democratico. Una cosa però è certa. Il dato che emerge netto dalla competizione “dei gazebo” è la grande partecipazione di oggi. Quasi due milioni i cittadini (il dato si riferisce alla 17:30 di oggi) che in questa domenica si sono recati a votare per esprimere la propria preferenza su candidato alla segreteria del partito. Le Regioni in cui hanno votato più cittadini sono l’Emilia-Romagna con circa 300.000 votanti, la Lombardia con circa 250.000 e il Lazio con 200.000. Ma non è solo il nord ad aver segnato la voglia di partecipazione. Oltre ogni aspettativa i dati siciliani, con Palermo che ha registrato in piazza Politeama, una coda con decine di cittadini in fila per poter votare. Una “grande festa della democrazia” l’ha definita Dario Franceschini, commentando i dati sull’affluenza. “Un dato che dimostra il desiderio di cambiamento degli italiani” ha chiosato Ignazio Marino. Pier Luigi Bersani ritiene che le primarie “abbiano risvegliato la nostra gente e consolidato la convinzione che noi siamo la normalità. In tutti i Paesi democratici ci sono partiti che discutono, in trasparenza, sul proprio futuro e sui propri vertici, solo noi abbiamo un partito con un padrone, ma è quella l’eccezione, noi siamo la regola”. La cronaca racconta poi che non sono mancati anche casi di contestazioni, come a Messina e Napoli. Ma adesso cosa succederà? Passato e decisamente vinto il primo scoglio dell’affluenza, la parola passa alle urne, Qualora infatti il verdetto non portasse per nessuno dei tre candidati al superamento dello sbarramento del 50% per essere eletto segretario la parola passerà alla assemblea nazionale convocata per il 7 novembre.
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