San Luca non è l’ombelico del male. La presentazione del libro di Antonio Pelle

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“Lei è di San Luca, o no?” chiese conferma uno dei due poliziotti, squadrandomi spazientito. “Sì e allora?”. “Allora dobbiamo scambiare due parole sulla strage”. Incombe il peso della strage di Duisburg anche su chi con la ‘ndrangheta non ha nulla a che fare. Incombe quella notte di ferragosto del 2007 su chi con la criminalità organizzata non ha stretto patti e non è sceso a compromessi. Su chi si è visto dimezzare le prenotazioni, da parte dei clienti, solo perché calabrese, solo perché di San Luca. Voglia di riscatto, voglia di raccontare la propria verità, quella di Antonio Pelle, 54 anni, autore di “Nato a San Luca”, ultima pubblicazione della casa editrice Koinè Nuove edizioni.
Il libro è stato presentato ieri pomeriggio, presso il piccolo comune della Locride, alla presenza dell’intera comunità cittadina nonché del sindaco Sebastiano Giorgi, degli assessori provinciali Santo Gioffrè e Attilio Tucci, di Don Pino Strangio, parroco di San Luca, della presidente del movimento donne San Luca e della Locride, Rosy Canale, e di Giuseppe Strangio, presidente della comunità montana. Antonio Pelle è andato via da San Luca all’età di 14 anni ed è emigrato in Germania a 17. ” Già da adolescente – ha raccontato Pelle – ho capito la strada che dovevo percorrere; questa strada perà mi ha portato fuori dal mio paese natale. La vita in Germania, per noi calabresi, non è stata semplice. Forse i cani erano trattati con più rispetto. Ho scritto questo libro non per vincere il Nobel o il premio Strega, ma per raccontare la mia esistenza, caratterizzata solo ed esclusivamente dal lavoro. Di impieghi ne ho avuti tanti e a poco a poco mi sono conquistato il mio piccolo impero, come a me piace definirlo, tanto che la Federazione italiana giuoco calcio ha designato la mia struttura per ospitare la nazionale italiana di calcio durante il campionato mondiale del 2006″. Proprio per tale ragione, alla presentazione del libro era atteso il centrocampista del Milan, il calabrese Gennaro Gattuso, che non ha potuto esserci per via di un infortunio che lo ha costretto ad una visita all’estero: “Non mancherà occasione – ha promesso Gattuso inviando un fax – di visitare San Luca e complimentarmi con Pelle, lo conoscevo come albergatore, ora mi toccherà fargli gli auguri come scrittore”. Gattuso si è detto dispiacuto di non potere presenziare all’iniziativa, proprio lui che da calabrese è sempre molto attento ai problemi dei giovani della sua terra, che quasi mai hanno le stesse opportunità dei loro coetanei.
“San Luca – ha ribadito Pelle – non vuol dire solo male, San Luca non è l’ombelico del male. A San Luca purtroppo non c’è lavoro, come nel resto del Meridione, ed io sono andato a trovarlo all’estero. Non posso dire che cosa è la ‘ndrangheta, perché io questo fenomeno non lo conosco e per questo posso assicurare che chi è sanluchese non è necessariamente mafioso. Io ed i mie figli siamo la prova vivente”.
“Nato a San Luca” è una coinvolgente storia di vita sulla speranza e sull’impotenza di fronte ai pregiudizi. è la storia di un imprenditore che si è fatto da sè ed è, al contempo, una dichiarazione d’amore all’Italia e alla Germania: terre legate da storie basate sull’immigrazione degli anni sessanta. Storie di nobile fatica che non meritano di essere offuscate da un altro filo, lugubre, che unisce i due Paesi, la strage di Duisburg.

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