Reggio Calabria. A seguito di specifiche disposizioni del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria, colonnello Pasquale Angelosanto, questa mattina i Carabinieri del Gruppo di Locri (RC), diretto dal tenente colonnello Valerio Giardina, con il supporto di personale dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori di Vibo Valentia, nell’ambito dell’operazione convenzionalmente denominata “Ramingo”, hanno effettuato n.20 perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti soggetti residenti nelle municipalità di San Luca (RC) e Benestare (RC), in esecuzione di decreti emessi dal procuratore aggiunto, Nicola Gratteri e dal sostituto procuratore Federico Perrone Capano, della Procura della Repubblica di Reggio Calabria. I decreti di perquisizione, emessi a seguito di aderente coordinamento del Procuratore Giuseppe Pignatone sono finalizzati alla ricerca del latitante Santo Vottari, nato a Locri il 6.12.1972, attuale reggente dell’omonima famiglia già contrapposta, unitamente ai Pelle, alla consorteria dei Nirta-Strangio in una cruenta faida, riaccesasi il Natale 2006 a San Luca con l’omicidio di Maria Strangio, per culminare, dopo una serie di omicidi e tentati omicidi, nel ferragosto 2007 con la “strage di Duisburg”, circostanza in cui sono stati uccisi sei cittadini italiani, alcuni dei quali appartenenti proprio alla consorteria delle famiglie Vottari-Pelle.
Sul conto di Santo Vottari pende l’esecuzione di una condanna ad oltre anni 10 di reclusione per associazione di tipo mafioso, disposta con sentenza emessa in data 19.03.2009 dal Tribunale di Reggio Calabria Sezione Gup nonché già colpito da fermo di indiziato di delitto con richiesta di custodia cautelare in carcere dell’agosto 2007 ed ordinanza di applicazione di misure cautelari del 17 settembre 2007.
Nel corso dell’operazione, che ha visto l’impiego sul territorio di 60 Carabinieri, sono state minuziosamente perquisite le abitazione di familiari e fiancheggiatori del latitante, alla ricerca non solo del catturando ma anche di “bunker” dove questi possa trovare rifugio, come già acclarato in precedenti casi di latitanza da parte di esponenti della medesima consorteria, nonché ove potessero essere occultate armi ovvero materiale di illecita provenienza.
Nell’ambito delle operazioni di perquisizione, all’esterno dell’abitazione di uno dei familiari del latitante, è stato rivenuto e sottoposto a sequestro, previa disinstallazione, un impianto di videosorveglianza tipo “wireless” abilmente occultato in una staffa metallica che supporta il motore del condizionatore: l’impianto, dotato di microcamera e ricevitore a distanza, consentiva agli occupanti dell’abitazione di poter monitorare, dallo schermo del televisore posto nel salone, l’ingresso del fabbricato ed un tratto della strada provinciale che ad esso conduce, con possibilità quindi di poter rilevare anticipatamente l’eventuale presenza di Forze di Polizia.
Particolarmente significativa, inoltre, la verifica dell’installazione presso altre abitazioni di vetrate antiproiettile, a protezione di vani utilizzati per l’aggregazione domestica.
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