Locri. La vicenda della probabile imminente chiusura della sede universitaria di Locri (polo distaccato dell’ateneo messinese) sta tenendo col fiato sospeso centinaia di studenti della locride da diversi giorni. Nella giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate si è svolta una manifestazione nella città di Locri con decine di studenti che hanno sfilato in corteo per le vie principali del paese e si sono ritrovati nella piazza “Caduti di Nassirya”. Chi si aspettava però una massiccia presenza di politici e uomini delle istituzioni è rimasto fortemente deluso segno, questo, che la dice lunga su come un’intera classe politica dormiente e silente stia attentando ad uno dei principi fondamentali della Costituzione: il diritto allo studio. A parte infatti, il sindaco di Locri Macrì ed il suo vice Calabrese, il presidente del comitato dei sindaci Galluzzo, un paio di assessori ed l’onorevole Giovanni Nucera, arrivato tardi e raggiunto poi telefonicamente dal sindaco di Reggio Scopelliti, non c’era traccia di nessun assessore alla cultura locale, provinciale o regionale, di nessun esponente di partito. Presenti invece, alcuni esponenti dei circoli di Azione Giovani – Giovane Italia di Reggio, Locri, Ardore e Bovalino. Proprio dal presidente di quest’ultimo, Marco Romeo, parte una dura denuncia contro l’amministrazione bovalinese che non ha accolto l’invito a far parte della fondazione dei comuni che dovrebbero mantenere in vita il polo locrideo. <<Un amministratore ed assessore del comune di Bovalino, senza fare nomi (ma ci sono le riprese video che lo testimoniano) ha avuto il coraggio di affermare che nessun giovane bovalinese è iscritto a quel corso di laurea, quasi a dichiarare implicitamente che per tale motivo il comune non aveva motivo di sborsare 6.210 € – essendo questa la cifra che Bovalino dovrebbe versare. Si vede che questa amministrazione non solo non ha a cuore alcuni problemi (come quello dell’istruzione e della cultura) dei suoi cittadini – ricordo che sono una quindicina gli iscritti bovalinesi al corso di laurea in servizio sociale – ma non riesce a trovare nemmeno 6000 € (rateizzabili) per consentire alla sede universitaria di restare aperta. Ovviamente, il comune di Bovalino non è l’unico a non aver aderito alla fondazione ma le motivazioni per cui non l’ha fatto sono assurde ed incomprensibili e, in rappresentanza di quegli iscritti, chiedo chiarimenti in merito>> conclude Romeo.
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