Gioia. Maxi-sequestro di cocaina al Porto, in un mese rinvenuti oltre 410 kg di cocaina

conf-procura

Gioia Tauro. Prosegue incessante l’attività di controllo all’interno degli spazi doganali del porto di Gioia Tauro svolta dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dai militari della locale Compagnia della Guardia di Finanza. L’attività di analisi e le connesse attività di Polizia Giudiziaria hanno consentito, nella giornata di mercoledì scorso, di porre sotto sequestro un altro ingente carico di sostanze stupefacenti provenienti dall’America Latina, per un totale di ben 142 Kg.
Ancora una volta, gli ormai sincronizzati meccanismi operativi adottati hanno esaltato la sinergia tra l’attività di monitoraggio e selezione delle merci sensibili provenienti dal sud America svolta dal personale dell’Ufficio Antifrode Centrale di Roma, dalla Direzione Interregionale della Calabria e della Campania e dalla struttura Antifrode dell’Ufficio delle Dogane di Gioia Tauro, e il costante controllo degli spazi doganali posto in essere dai Finanzieri.
Gli elementi acquisiti dalle sofisticate banche dati dell’Agenzia della Dogana e le criticità rilevate dalla Guardia di Finanza nell’azione di costante controllo del movimento dei containers all’interno della zona di vigilanza doganale, hanno condotto all’individuazione di alcuni contenitori rilevanti ai fini dell’attività di controllo. In tale ambito è stato individuato un contenitore proveniente dall’Ecuador a bordo della motonave Daesan, contenente un carico di frutta esotica, destinato alla commercializzazione in territorio nazionale. All’apertura il contenitore è stato perquisito, procedendo al completo svuotamento. All’interno, in un’intercapedine creata “ad hoc”, sono stati scoperti quattro borsoni da viaggio, contenenti 131 panetti di cocaina purissima, per un peso complessivo di 142 Kg.
Dai primi accertamenti posti in essere, sembra che il destinatario della merce regolarmente in importazione non sia anche il destinatario del carico nascosto. Tuttavia non sono ancora chiare le modalità con le quali avrebbe dovuto essere recuperata la sostanza stupefacente. Si ritiene che i panetti di cocaina dovessero essere scaricati prima di giungere a destinazione per essere, poi, avviati verso una destinazione segreta. Sono comunque in corso gli accertamenti volti alla ricostruzione di tutti gli elementi costituenti l’organizzazione criminale dietro questo illecito traffico internazionale.
Questo sequestro si aggiunge all’analogo intervento del mese scorso che aveva consentito agli operatori di rinvenire altri 196 Kg. di sostanza stupefacente che, assieme ai 75 Kg. ritrovati dai carabinieri, sempre con l’ausilio dei funzionari e delle apparecchiature della Dogana, nell’ambito di un unico filone investigativo, portano all’esorbitante quantitativo di oltre 410 Kg. di purissima cocaina. Il valore di cessione al dettaglio degli oltre 335 chili di “neve” sequestrati negli ultimi venti giorni dai finanzieri e dai funzionari della dogana, ammonta ad oltre 50 milioni di euro.
Ciò, ancora una volta, testimonia da un lato la forza economica e criminale delle ‘ndrine della Piana, dall’altra come permangano tutt’oggi forti legami “di affari” tra le locali famiglie della ‘ndrangheta e gli esponenti del narcotraffico sud americano.
Gli atti relativi al sequestro sono stati trasmessi al pm di turno presso la Procura della Repubblica di Palmi. L’attività della Procura di Palmi prosegue in sinergia con la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, cui gli atti saranno trasmessi dato che anche questo sequestro, come quelli prima ricordati, si inserisce nel contesto di una indagine sul traffico internazionale di stupefacenti da tempo avviata dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina.

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