Reggio Calabria. Presentato questo pomeriggio, presso i locali della Provincia di Reggio Calabria, il libro “Legislazione antimafia e sistema del doppoio binario: analisi della normativa processuale e penitenzaria”. Il volume, edito da Aiello e Martino Editori, è stato curato dal pubblico ministero Francesco Mollace e dal prof. Vincenzo Nico D’Ascola, ordinario di diritto penale della facoltà di Giurispudenza dell’Università Mediterranea. All’incontro hanno partecipato, oltre ad alcuni degli autori, Roberto Pennisi, sostituto procuratore nazionale antimafia, Demetrio Naccari Carlizzi, assessore regionale al bilancio, patrimonio e trasporti, Maurizio Condipodero, capo di Gabinetto della Provincia di Reggio Calabria e l’editore Giuseppe Martino. L’evento ha costituito l’occasione per un incontro-dibattito sul tema oggetto del libro e per un’esplorazione verticale dei suoi contenuti, i quali percorrono trasversalmente i settori del Diritto penale, della Procedura penale e dell’Esecuzione penitenziaria con l’intento di focalizzare le logiche dei diversi binari normativi di risposta al fenomeno della criminalità mafiosa. «Al di là della retorica e di quelli che sono diventati ormai, purtroppo, luoghi comuni, noi crediamo – ha affermato nel corso dell’incontro l’editore Martino – nella possibilità e nella capacità di questa terra di produrre impresa e di fare cultura. Da molti anni viviamo a stretto contatto con i professionisti e gli operatori del diritto e con questo libro abbiamo voluto – ha concluso Giuseppe Martino – fare un passo in più, provando a dare un contributo, a fare qualcosa di nostro, puntando sulle competenze locali e proiettandoci contemporaneamente verso la globalità della comunità giuridica».
Ampia analisi è stata offerta dal sostituto procuratore nazionale antimafia Roberto Pennisi, il quale ha sottolineato l’importanza di tali iniziative soprattutto per quanto riguarda l’aggiornamento e la preparazione degli addetti ai lavori del mondo giuridico. Inoltre, Pennisi ha posto l’accento sul significato che la cultura, ed in particolare quella che si pone contro la criminalità organizzata, assume nel contesto universitario-lavorativo. «Solo attraverso i libri e qualisiasi tipo di iniziativa antimafia, ha dichiarato Pennisi – si può dare un reale apporto conoscitivo. Non importa se l’opera sia scritta da “grandi” autori, fondamentale è che si senta l’esigenza di dare qualcosa in tema di contrasto alla mafia». «Ognuno di noi – ha affermato infine, Roberto Pennisi – giudici, professori, editori e scrittori, ha il dovere di fare qualcosa per le generazioni che vivono nelle realtà attanagliate dal fenomeno mafioso».
Valorizzare i beni confiscati, accelerando i processi di assegnazione e utilizzo
Milano - Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di...
Read more