Taurianova. Ancora arresti per armi eseguiti dai Carabinieri della Compagnia di Taurianova, diretta dal capitano Raffaele Rivola. Ma questa volta con una particolarità. L’ennesimo servizio perlustrativo tra i boschi aspromontani, eseguito dai Carabinieri della Stazione di Giffone, coordinati dal maresciallo capo Giuseppe Mastropietro e dal suo vice, il brigadiere Marcello di Somma, ha riservato ai militari una sorpresa davvero inattesa. Attirati dal rumore di alcuni spari, i Carabinieri hanno attraversato, sfruttando la copertura della vegetazione, una vasta area boschiva, in Contrada Petrulli, tra i Comuni di Giffone e Galatro, riuscendo a sorprendere alle spalle due uomini che stavano sparando con un’arma alquanto strana. Ma non c’è stato tempo per incuriosirsi. I due si sono dati immediatamente alla fuga, costringendo i militari ad un difficile inseguimento tra rocce, fossi e fitto sottobosco, conclusosi con l’immobilizzazione dei fuggitivi. Una volta fermati i due, è stato possibile ricostruire la vicenda. Un boscaiolo trentanovenne di Giffone con precedenti per resistenza a pubblico ufficiale, coltivazione di marijuana, truffa e maltrattamenti in famiglia, stava provando, assieme all’amico, operaio edile quarantottenne, anch’egli di Giffone, un vero e proprio “fucile artigianale” perfettamente funzionante.
A sorprendere i Carabinieri, rendendo quasi unico il rinvenimento, è il fatto che il fucile ha la particolarità di essere stato realizzata senza che venisse utilizzato alcun componente normalmente usato per costruire armi. Tutti i componenti sono tratti da oggetti di uso comune, che chiunque può comprare. Un tubo di acciaio è diventato la canna, perfetta per ospitare una cartuccia calibro 8 “Flobert” ed un gancio di quelli usati per chiudere i vasi per le conserve è stato trasformato in un grilletto. L’impugnatura anteriore è un semplice cilindro in legno, ricoperto da nastro isolante nero, fissato alla “canna” con una fascetta per tubi. Più sorprendente il “calciolo”: una normalissima impugnatura a “pistola” di quelle usate per i tubi di irrigazione da giardino. Essendo forata nella parte inferiore (dove andrebbe collegato il tubo dell’acqua), questa impugnatura consente anche lo sfogo dei gas prodotti dall’esplosione della cartuccia, ospitata in una “camera di cartuccia” realizzata con un semplice lavori di tornitura. L’impugnatura posteriore e la canna sono state unite semplicemente avvitandole. In sostanza, l’utilizzatore doveva semplicemente inserire la cartuccia in canna ed avvitare il calciolo; poi bastava tirare all’indietro il percussore (un chiodo inserito dentro una molla), facendolo bloccare e l’arma era carica. Una pressione sul grilletto avrebbe poi fatto partire il colpo: nulla da invidiare ad una arma di produzione industriale.
L’ingegnoso fucile artigianale, assieme a diversi colpi, è stato sequestrato, mentre i due ingegnosi “inventori” sono stati trasferiti nelle camere di sicurezza della Compagnia di Taurianova, in attesa del processo per direttissima. I reati contestati sono quelli di fabbricazione detenzione di arma clandestina, per i quali sono previsti pene da tre a dieci anni di reclusione. I Carabinieri di Giffone, intanto, proseguono con i loro efficaci servizi per prevenire le rapine ai cacciatori che, nell’ultimo anno, hanno praticamente azzerato il fenomeno nella zona, portando diverse persone in carcere.
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