Bagheria. Intitolata una piazza al maresciallo Salvatore Messina e all’appuntato Francesco Butifar

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Bagheria (Palermo). Domani 28 novembre 2009, con inizio alle ore 10.30 circa, a Bagheria, in Piazza Trabia, sita nel centro storico della città all’interno dell’isola pedonale tangente al principale corso cittadino (Corso Umberto I), si terrà la cerimonia di intitolazione della Piazza al maresciallo Salvatore Messina e all’appuntato Francesco Butifar, rispettivamente Medaglia di Bronzo e Medaglia d’Argento al Valor Militare.
Alle ore 10.30 del 28 novembre 1949, il maresciallo capo Salvatore Messina, comandante della Stazione Carabinieri di Bagheria Alta (PA), unitamente al dipendente appuntato Francesco Butifar, si recavano in una stalla ubicata in via Truden [a circa 100 mt. dal luogo dove si svolgerà la cerimonia], per le ricerche di un carro agricolo oggetto di furto.
Giunti sul posto i militari sorprendevano 6 individui di cui uno intento a tagliare i capelli di un altro. Il maresciallo procedeva alla loro identificazione, lasciando l’appuntato Butifar a guardia, sull’ingresso. Nel corso delle operazioni il maresciallo si accorgeva della presenza di una pistola lasciata su una cassa vuota, riuscendo ad impossessarsene. A questo punto uno dei malviventi estraeva una pistola dalla cintola e colpiva il maresciallo Messina al quale, nel cadere, sfuggiva di mano l’arma. In un tentativo estremo il sottufficiale cercava di estrarre la propria pistola d’ordinanza, venendo nuovamente colpito a morte.
Nel medesimo frangente altri malviventi ferivano gravemente anche l’appuntato Butifar che, tuttavia, riusciva a trascinarsi dietro un riparo dal quale rispondeva al fuoco, ferendo uno dei malfattori. Di seguito, il graduato, in un supremo sforzo, tentava di anche di inseguire per strada i fuggitivi, abbattendosi a terra dopo pochi metri privo di forze. Rinvenuto da un collega, occasionalmente in transito in quella strada, veniva trasportato presso l’Ospedale Militare di Palermo dove, tuttavia, giungeva cadavere.
La notizia dell’eccidio si diffuse con immediatezza facendo accorrere tutti i militari disponibili delle Stazioni limitrofe e le guardie di pubblica sicurezza del Commissariato che circondarono la zona in cerca degli assassini.
Nel corso delle perquisizioni all’interno dell’immobile di via Truden veniva scovato il malvivente ferito, le cui dichiarazioni permisero successivamente di identificare gli altri cinque malfattori, tre dei quali già ricercati in quanto ritenuti responsabili di rapina.
Il rapporto giudiziario stilato dalla Squadra di Polizia Giudiziaria del Gruppo di Palermo, nel denunziare i malviventi resisi irreperibili, riferisce tra l’altro: “… le battute, i rastrellamenti nell’abitato e nelle campagne, le delicate investigazioni e le particolari indagini […] volte all’arresto di tutti i responsabili dell’efferato e bestiale delitto non hanno dato l’esito sperato perché la popolazione, benché indignata e fortemente disgustata contro i vili assassini del maresciallo Messina e dell’appuntato Butifar, nei quali, per lunghi anni, aveva ammirato l’altissimo spirito di nobile entusiasmo per il dovere rispecchiato sempre nella più pura onestà, è rimasta inetta, senza fornire il minimo contributo a causa di un ingiustificato terrore o a causa di quella omertà polline fecondatore del traviamento morale di ogni società”.
Nella ricorrenza del 60esimo anniversario dall’eccidio, l’Amministrazione comunale di Bagheria ha proposto l’intitolazione di una piazza alla memoria dei due militari. All’evento saranno presenti molte autorità, locali, regionali e provinciali, interverranno le scolaresche (scuole medie ed elementari). Nel corso della cerimonia sarà scoperta una targa in marmo di intitolazione della piazza. L’iniziativa congiunta dell’Arma e del Comune di Bagheria si inserisce in un vero e proprio “percorso della memoria” che il Comando Provinciale ha avviato, da tempo, per recuperare il ricordo delle tante vittime in uniforme, cadute nell’adempimento del dovere, rendendo doveroso omaggio al loro sacrificio.

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