Inaugurata la sede regionale del Coordinamento “Riferimenti” in Campania

Adriana Musella

A tagliare il nastro la vedova del giudice Antonino Caponnetto, fondatore del Coordinamento e padre del primo Pool Antimafia. Con Lei, il prefetto di Napoli Alessandro Pansa, il questore Santi Giuffrè, il Procuratore della Repubblica Gian Domenico Lepore e il suo aggiunto in D.D.A., Rosario Cantelmo, il questore di Salerno Vincenzo Roca. A fare gli onori di casa il Presidente Nazionale del Coordinamento “Riferimenti”, Adriana Musella, figlia dell’ingegnere salernitano ucciso dall’ndrangheta calabrese; accanto a Lei l’avvocato Rosario Alfano, coordinatore regionale di Riferimenti in Campania, già responsabile regionale dell’Azione Cattolica.
La sede sorge in un immobile confiscato al clan camorristico Cascone- Cesarano, in una posizione strategica tra l’Agronocerino Sarnese e i comuni di Torre Annunziata e Castellamare di Stabia.
All’iniziativa hanno partecipato delegazioni di studenti della scuola di Pompei, Castellamere di Stabia, Torre Annunziata, Scafati, Eboli, Nocera e alcuni ragazzi della comunità maschile minorile “Don Peppino Diana”, annessa al Centro per la Giustizia minorile per la Campania presso il Tribunale dei Minori Campano.
La sede campana è stata dedicata alla memoria della Prof.ssa Mena Trapani, già referente del Coordinamento recentemente scomparsa.
Ad aprire i lavori la referente iurones, la piccola Carmen Sgroia, dell’istituto “M.Riva” di Eboli.
Adriana Musella nel prendere la parola ha presentato il Progetto ZEP (Zone di Educazione Prioritaria) che Riferimenti propone nei territori a rischio criminalità del Paese e che fa seguito al Protocollo d’Intesa, recentemente siglato, con il Ministero dell’Istruzione (MIUR).
Il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, rispondendo alla domanda di uno studente, ha ribadito che nella lotta alla criminalità non bisogna trovare l’alibi della mancanza del lavoro, rilevando che anche in Africa non c’è lavoro, tuttavia non esiste la mafia.
La signora Caponnetto nel ricordare il marito ha spiegato ai ragazzi cosa abbia significato il pool Antimafia e il primo Maxi Processo.
Il procuratore Lepore e il suo aggiunto Cantelmo, hanno ribadito l’importanza del processo educativo-culturale da affiancare nella lotta al crimine, all’azione repressiva giudiziaria che da sola non riuscirà mai a debellare il fenomeno mafioso.

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