Taurianova. Una vendetta nei confronti del padre. È questa la pista principale che i carabinieri stanno battendo per dare un volto al killer di Francesco Maria Inzitari, 18 anni, figlio del 49enne Pasquale Inzitari, ex esponente Udc arrestato e condannato a 5 anni e 4 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Il giovane è stato ucciso questa sera nelle vicinanza di una pizzeria di Taurianova. L’agguato è scattato mentre il ragazzo scendeva dalla propria autovettura per recarsi nel locale, dove avrebbe partecipato a una festa di compleanno. Secondo i primi rilievi è stato raggiunto da una gragnuola di colpi di pistola calibro 9. Un’arma che avvalora negli investigatori il convincimento sulla matrice mafiosa del delitto. Il giovane è morto sul colpo, nessuno avrebbe assistito all’omicidio. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che stanno conducendo le indagini con il coordinamento della Procura della Repubblica di Palmi.
Pur non escludendo nessuna ipotesi, al momento quella più accreditata resta la vendetta trasversale.
Pasquale Inzitari, attualmente detenuto agli arresti domiciliari, è cognato di Nino Princi, l’imprenditore morto nel maggio del 2008 in seguito alle tremende ferite riportate nell’esplosione della bomba piazzata sotto la sua automobile, a Gioia Tauro. Inzitari, sospeso dall’Udc dopo il suo arresto avvenuto lo scorso maggio insieme al presunto boss Domenico Rugolo, è stato condannato a settembre dal gup di Reggio Calabria a 5 anni e 4 mesi per concorso esterno. Nello stesso mese, la Dia di Reggio Calabria gli ha sequestrato beni per un valore di circa 55 milioni di euro. Secondo l’accusa Inzitari è stato la mente finanziara-imprenditoriale dell’affaire “Parco degli ulivi”, il noto centro commerciale di Rizziconi. Quando ha ricoperto la carica di vice sindaco e assessore comunale, il Consiglio deliberò un cambio di destinazione d’uso dei terreni su cui sarebbe stato poi costruito il centro commerciale, terreni che secondo gli investigatori erano già stati acquistati, ma a prezzo ‘agricolo’, da prestanome della cosca Crea. Successivamente i terreni passarono in mano alla Devin, la società di cui era socio Inzitari. Quest’ultimo, per sottrarsi alle continue richieste di pizzo della cosca Crea, si rivolse al cognato, che fece arrestare Teodoro Crea. Un intervento che, secondo l’accusa, avrebbe fruttato a Princi il 16% della Devin (poi ceduta nel 2007 alla Credit Suisse, della quale non è mai emerso alcun tipo di coinvolgimento nelle indagini, per un importo di oltre 11 milioni di euro), in qualità di socio occulto, mentre al figlio di Inzitari, allora minorenne, fruttò una coltellata, che anche in quel caso gli investigatori lessero come una vendetta nei confronti del padre. A distanza di pochi mesi dalla condanna di Inzitari, se le indagini confermeranno la pista iniziale, è stato di nuovo il figlio il bersaglio delle ritorsioni nei confronti dell’ex esponente politico.
Fabio Papalia