Reggio, città sostenibile. Per una svolta nel campo dell’edilizia residenziale sia sotto il profilo della riqualificazione ambientale che sotto quello del decoro urbano. Potrebbe essere questa una delle ricadute generate dal progetto di ricerca “Hopus”, finanziato dal Programma europeo “Urbact II”, adottato dall’Unione quale progetto pilota per l’implementazione della Carta di Lipsia sulle città sostenibili. E che mira a definire e promuovere l’uso di un codice di progettazione per lo sviluppo dell’edilizia sostenibile nelle città europee, con l’obiettivo di costituire un utile supporto per gli attori della sfera sia decisionale che della produzione nel settore delle costruzioni. Il progetto, avviato a metà del 2008 e che si concluderà nella metà del 2011, è condotto in partenariato tra università, centri di ricerca e pubbliche amministrazioni dell’Unione Europea, tra cui il dipartimento Dastec della Mediterranea, attraverso l’unità operativa Apsia (Anali e progetto per la sostenibilità e l’igiene ambientale). Nei giorni scorsi, nell’aula magna della facoltà di Architettura, si è svolto l’open day alla presenza dei ricercatori Federico De Matteis e Carola Clemente, responsabili del partner capofila “Citera” dell’università La Sapienza di Roma, e i partner del progetto, tra cui la vicepreside Maria Teresa Lucarelli, responsabile di Apsia, il professore Attilio Nesi, direttore del Dastec, il professore Martino Milardi, responsabile scientifico di “Hopus” per lo stesso dipartimento, l’assessore comunale all’Urbanistica, Demetrio Porcino e il dirigente dell’ufficio Urbanistica di Palazzo San Giorgio, Saverio Putortì. Presenti anche i componenti del Gruppo di supporto locale coordinato dall’architetto Deborah Pennestrì, tra cui il presidente dell’Ordine provinciale degli architetti Paolo Malara e i rappresentanti di Provincia, Ance, Innovareggio, Confindustria, Esefs, Ciser e Ordine degli ingegneri. In mattinata sono stati illustrati i risultati intermedi della ricerca e delle metodologie da attuare per la fase di avvio delle attività sul campo, che prevedono sperimentazioni di diagnosi prestazionali in campo energetico su due edifici del patrimonio residenziale pubblico di diversa epoca messi a disposizione dal Comune. Da questo programma di conoscenza deriveranno gli scenari di intervento per la riqualificazione energetica ed ambientale dei manufatti. Scenari che saranno tradotti, con i contributi di tutti i partner del progetto, in un codice di progettazione che confluirà, in parte, in alcuni articoli del regolamento edilizio comunale. In sostanza, i passaggi del progetto sono questi: l’università produce ricerca e gli attori locali ne veicolano i risultati sul territorio per dare concreta attuazione alla sperimentazione. “Occorre fare sistema e favorire la disseminazione della conoscenza, affinchè della ricerca possa davvero beneficiarne la città”, sottolinea la vicepreside Lucarelli. Concetto ribadito dalla preside Francesca Fatta che ha voluto rimarcare “l’importanza della divulgazione dei risultati della ricerca, perché è dalla condivisione dei dati ottenuti che viene fuori il progresso”. Un’opportunità da cogliere al volo per Reggio che, come evidenziato da Porcino, ha due esigenze fondamentali: “la qualità architettonica degli edifici in un’ottica di miglioramento del decoro urbano” e “la qualità dei materiali in un’ottica di interventi edilizi mirati”. Definiti la metodologia e il planning operativo tra i partner del gruppo di supporto locale, nel pomeriggio si è costituito il forum tecnico permanente animato dal contributo delle imprese operanti in ambito locale nei settori dell’edilizia e degli impianti. La finalità è quella di definire l’insieme delle modalità di intervento per la riqualificazione energetica degli edifici, individuati come modello, per la fase sperimentale.
Valorizzare i beni confiscati, accelerando i processi di assegnazione e utilizzo
Milano - Valorizzare i beni confiscati presenti in Lombardia, mettere a sistema ogni informazione utile ad accelerare i processi di...
Read more