Mandati di pagamento per un milione e trecentomila euro sono stati firmati dal Sindaco, nella qualità di funzionario delegato del Governo, nel contesto del progetto “Obiettivo Occupazione”, varato da palazzo San Giorgio nel 2006 con un finanziamento del Ministero delle Infrastrutture. Il provvedimento riguarda 290 aziende cittadine ed oltre trecento addetti che grazie all’iniziativa dell’Amministrazione Scopelliti riceveranno, per quindici anni, un finanziamento di mille euro mensili. Con questi pagamenti, di fatto, avviene un riallineamento riferito all’annualità 2009 dei rimborsi spettanti alle aziende interessate. Le somme ministeriali erano state accreditate nelle scorse settimane e dalle stesse, da parte dell’ufficio comunale “Progetti e leggi Speciali” preposto a tali procedure, si è provveduto all’accantonamento di risorse che serviranno ai pagamenti futuri nei confronti di quelle aziende che inoltreranno all’Amministrazione comunale gli appositi rendiconto.
“Obiettivo Occupazione – dice il Sindaco Giuseppe Scopelliti – è stato uno dei progetti che ha creato posti di lavoro reali in una città alle prese con l’atavico problema occupazionale. Rifuggendo dalle vecchie logiche assistenziali, che in passato avevano caratterizzato l’attività governativa, abbiamo avviato un percorso di valorizzazione dei nostri giovani più meritevoli ai quali abbiamo dato la possibilità di rimanere a Reggio contribuendo, con la loro esperienza professionale, a fornire valore aggiunti ad una comunità che prosegue il cammino di crescita sociale, culturale ed economica intrapreso da tempo. Ad oltre trecento famiglie il progetto assicura un reddito per 15 anni e, diversamente dagli appartenenti al bacino del precariato, contestualmente la garanzia del versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali La nostra azione politico – amministrativa, durante tutti questi anni, oltre alla gestione condivisa del territorio ed al miglioramento infrastrutturale teso a rendere vivibile la città, ha avuto come punto di riferimento le politiche attive del lavoro che poi sono state prese come modello da altre città italiane”.
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