Quando si parla di infrastrutture e viabilità siamo oggi costretti a pensare al ponte sullo Stretto. Il ponte ci viene presentato come la salvezza del nostro territorio e addirittura volano dello sviluppo di un’intera area. La propaganda attorno a quest’opera spesso distoglie l’attenzione da quella che dovrebbe essere la vera analisi del rapporto fra costi e benefici e rischia di far diventare quella che dovrebbe essere la giusta ricerca alla soluzione dei problemi di viabilità della Calabria e dell’area dello Stretto uno scontro ideologico fra favorevoli e contrari. Le nostre sono obiezioni motivate alla realizzazione di un’opera inutile e dannosa, pericolosa e che presenta più svantaggi che vantaggi. Dal punto di vista economico un’opera che dovrebbe (usiamo il condizionale perché non esiste un progetto esecutivo ma solo un modellino in scala senza le città) costare 7 miliardi di euro avrebbe, considerando il trend in discesa di attraversamento merci e passeggeri dello Stretto, tempi di rientro economico secolari. Una terra martoriata da un alto grado di dissesto idrogeologico, un teatro naturale di grandi terremoti negli ultimi secoli non è certamente in grado di ospitare l’ennesima cattedrale del deserto. Riguardo alla viabilità, se consideriamo che a causa delle forti raffiche di vento che attraversano tutto l’anno lo Stretto il ponte sarà impraticabile gran parte dell’anno, il risultato è solo quello di creare una grande strozzatura fra la Calabria e la Sicilia. L’attraversamento ferroviario è un’incognita senza risposta, difficile pensare che un treno in marcia possa oscillare insieme al ponte. Ma se le considerazioni fin qui brevemente trattate non bastassero, rimane da chiedersi come si arriva sul ponte. L’infinito balletto sulla data di consegna dei lavori della SA-RC, opera cominciata “solo” 35 anni fa, quando sarà concluso? Bisogna inoltre ricordare che il livello di attenzione alla legalità non può essere abbassato mai in una terra già tormentata da fenomeni di illegalità e che ha già visto come in passato alcune occasioni di sviluppo siano diventate preda di infiltrazioni criminali. I motivi per dire NO, il Ponte non è un’opera prioritaria, fin qui esposti non sono certamente esaustivi e molti altri andrebbero discussi e approfonditi, sicuramente rischiamo di tralasciare qualche altro aspetto importante. La Giunta Regionale della Calabria e la giunta Provinciale di Reggio Calabria hanno aderito alla manifestazione del 19 dicembre organizzata dalla RETE No Ponte, cosi come le ultime amministrazioni comunali di centro sinistra di Villa San Giovanni hanno sempre opposto resistenza in maniera pubblica e con atti amministrativi alla realizzazione di quest’opera. Le soluzioni alla viabilità si devono integrare col territorio, non distruggerlo. Lo sviluppo di un’area passa dalla valorizzazione delle sue risorse, non dalla deturpazione delle stesse. Il futuro della viabilità passa dall’integrazione dei mezzi di trasporto (inter-modalità) e dall’impiego di soluzioni e tecnologie sostenibili. La soluzione al trasporto nell’Area dello Stretto, e più in generale in Italia, può avvenire tramite il potenziamento delle infrastrutture portuali come dimostrato dall’incremento del traffico sulle cosiddette “Autostrade del mare”. Le soluzioni “reali” ai problemi infrastrutturali del paese passano dalla realizzazione di opere concrete, immediatamente realizzabili, che presentano inoltre il vantaggio di mettere immediatamente in modo un ciclo economico virtuoso capace anche di essere davvero incisivo in una fase di crisi come quella che stiamo attualmente attraversando. Tali opere potrebbero, e dovrebbero, inoltre essere rivolte alla tutela del territorio per cercare di arginare il grave dissesto idrogeologico che solo qualche tempo ha dimostrato tutta la sua gravità nella tragedia di Giampilieri e Scaletta Zanclea. No motivati e soluzioni possibili, su questo intendiamo confrontarci e su questo vogliamo aprire un dialogo con la cittadinanza e le istituzioni. Un partito politico non può glissare, un partito politico non può sottrarsi dal confronto con i cittadini attardandosi in discussioni che escludano l’azione reale e la partecipazione diretta. Per questi motivi la nostra adesione alla manifestazione del 19 dicembre appare opportuna, piena di significato e motivazioni.
Ex mozione Franceschini – Villa San Giovanni