Palermo. All’alba di oggi i Carabinieri del Reparto Operativo di Palermo hanno eseguito 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP del Tribunale di Palermo Silvana Saguto, su richiesta della DDA di Palermo che coordina le indagini, procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e sostituto procuratore Roberta Buzzolani, nei confronti di altrettanti appartenenti a “Cosa Nostra”, sodali alla famiglia mafiosa di “Altarello”, inserita nel mandamento palermitano della “Noce”, ritenuti responsabili del reato di estorsione aggravata continuata in concorso (art.629 c.p. e art. 7 D.L. 203/91), posta in essere nei confronti del titolare di un grosso supermercato della città.
L’attività di indagine trae origine dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia OMISSIS1 – arrestato la notte del 30 maggio 2007 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, nell’ambito dell’operazione denominata “Antartide” che aveva portato in carcere 8 persone tra vertici e affiliati ai mandamenti mafiosi di “Porta Nuova” e “Pagliarelli” – il quale nell’indicare gli esercizi commerciali sottoposti al pagamento del “pizzo”, aveva indicato tra gli altri anche il supermercato oggetto della presente indagine. I carabinieri hanno focalizzato l’attenzione su tale supermercato il cui titolare, sottoposto ad attento esame, si è trovato nella condizione di dover ammettere quanto ormai gli stava accadendo sin dall’origine della sua attività, risalente all’inizio dell’anno 2002 allorquando proprio OMISSIS1 aveva dato inizio ad un’attività estorsiva, continuata fino ai giorni nostri. Dopo l’arresto di OMISSIS1, la richiesta di 2500 euro all’anno, divisa in due tranche da 1250 euro da corrispondere a Natale e Pasqua di ogni anno, è stata avanzata prima da OMISSIS2 – arrestato dai carabinieri il 13 gennaio 2008 poiché accusato di estorsione ai danni delle concessionarie Hyundai di Palermo, già capo della famiglia mafiosa di “Altarello”- quindi da OMISSIS2, suo fidato collaboratore, anch’egli arrestato, sempre dai carabinieri, il 26 giugno del 2008 nell’ambito dell’operazione denominata “Michelangelo” che aveva portato alla cattura di ben 12 tra vertici e affiliati del mandamento mafioso della “Noce”.
La singolare sequenza di richieste, mai interrotta neppure in occasione degli arresti degli esattori, sebbene in contesti di indagine diversi, ha spinto il Nucleo Investigativo ad avviare una intensa attività tecnica sul supermercato e il risultato non è tardato, in prossimità della Pasqua del 2009 è stato individuato un ulteriore soggetto che, incurante degli avvenimenti che avevano colpito il mandamento della “Noce”, si è presentato confermando la richiesta estorsiva già avanzata nel passato.
L’uomo, subito identificato dai carabinieri in OMISSIS3, è stato sottoposto ad indagini che nel breve volgere di pochi mesi hanno confermato che l’uomo aveva assunto un ruolo di notevole rilevanza nell’ambito della raccolta del “pizzo” di quella famiglia mafiosa (“Altarello”). Posto innanzi all’evidenza il titolare dell’esercizio commerciale si è trovato ancora una volta a dover confermare che continuava a pagare al nuovo soggetto che, sebbene da lui conosciuto solo di vista, riconosceva essere quello che aveva sostituito il OMISSIS2 subito dopo l’arresto di quest’ultimo. I carabinieri hanno ricostruito la vicinanza dello OMISSIS3 alla famiglia Omissis attraverso le frequentazioni che questi aveva con OMISSIS4, fratello di OMISSIS1 e OMISSIS5, anch’egli tratto in arresto dai carabinieri nell’operazione “Michelangelo”.
I carabinieri hanno pertanto provveduto ad arrestare OMISSIS3, palermitano di 31 anni e contestualmente a notificare in carcere il provvedimento restrittivo anche nei confronti di OMISSIS1, palermitano di 38 anni e OMISSIS2, palermitano di 26 anni.